Otranto

UNO SGUARDO "MEDIEVALE" SU OTRANTO

Si è concluso con successo il convegno su "Otranto nel Medioevo", che anticipa il Natale Medievale: un confronto su diversi aspetti della storia locale, in un'epoca spesso controversa

Il tavolo dei conferenzieri.

L'Otranto medievale in tutto il proprio fascino emerge nel racconto che il convegno storico - filosofico, realizzato nel Castello aragonese cittadino, ha proposto ai numerosi partecipanti: un approfondimento di carattere culturale, che anticipa la seconda edizione del Natale Medievale, appuntamento folcloristico che la città vivrà nei prossimi 27 e 28 dicembre. Il convegno si è aperto con i saluti del sindaco Luciano Cariddi, che ha sottolineato l'attrazione che il Medioevo suscita sempre: "Un'epoca in cui Otranto - ha affermato - ha avuto un ruolo importante, con la sua comunità ebraica, il culto bizantino: la nostra città esercitava una notevole influenza per via della sua posizione geografica".

Moderati, dal caporedattore del Tg5, Paolo Di Mizio, i quattro relatori hanno ciascuno cercato di presentare un aspetto specifico del complesso mosaico medievale: Silvana Marrocco, studiosa di storia locale, ha relazionato con passione su "Il ruolo della donna nel Medioevo: analisi della figura e della condizione femminile nell'esperienza medievale". "Le donne - ha spiegato - ricoprivano sempre un ruolo di inferiorità rispetto agli uomini, che avevano l'egemonia. Le vedove e le nubili avevano, però, più potere decisionale e potevano meglio disporre dei loro beni. Per parlare delle donne medievali è necessario distinguere le loro condizioni socio-economiche". La studiosa Marrocco si è poi soffermata su alcuni personaggi femminili di rilievo nell'epoca medievale, come Santa Chiara e Christine de Pisan, non tralasciando il tema della stregoneria: "La strega - ha affermato - era l'immagine della donna ribelle. Anche le levatrici erano esposte ad accuse di stregoneria. Dal 1300, la stregoneria fu associata all'eresia".

L'ordinario di Storia Medievale alla Facoltà dei Beni culturali dell'Università del Salento, Hubert Houben, ha approfondito il tema "Otranto nel Medioevo tra Bisanzio e l'Occidente": "Già prima del Medioevo - ha affermato - Otranto era una città di confine; a seguito anche della decadenza di Brindisi, nel 700, divenne il primo porto da e per Costantinopoli, con la partenza di navi tra la primavera e l'autunno. I viaggiatori che passavano era in gran parte pellegrini che hanno lasciato delle testimonianze importanti". Houben ha evidenziato come il Medioevo sia stato il periodo di maggiore splendore della "civitas idruntina", dove la "città diede il nome alla provincia Terra d'Otranto" e dove, all'epoca delle Crociate, "soprattutto nel 1200, Otranto ha visto presenze importanti, come quella di Federico II".

Don Francesco Danieli, storico e vicedirettore Spicilegia Sallentina, relazionando su "Lo spaccato della chiesa idruntina in epoca basiliana", ha sottolineato come spesso si confondano i basiliani con il clero greco: "Il periodo bizantino in Terra d'Otranto si può dividere in tre momenti: dalla metà dell'VIII secolo all'XI secolo, dai Normanni all'assedio di Otranto, e dal 1480 al 1600-1700".

"E' impossibile - ha proseguito - determinare con certezza l'origine della diocesi idruntina. Il primo vescovo di Otranto di cui si ha notizia si chiamava Pietro. La città, nel panorama ecclesiastico, aveva una notevole importanza fin dal VI secolo". Lo storico ha poi condito il proprio intervento con una serie di aneddoti particolarmente interessanti, alcuni dei quali divertenti.

Mauro Bortone, vicepresidente del Club Unesco di Otranto, intervenendo sul tema "Alla ricerca di un'idea di pace nella cultura medievale", ha precisato: "Senza dubbio è difficile oggi ricercare un'idea di pace nel Medioevo, se sono ancora forti molti luoghi comuni che vedono quest'epoca, che peraltro non è un tutto organico, come un periodo caratterizzato solo da povertà, guerre, carestie, malattie, superstizione, stregoneria". "Il Medioevo è anche questo - ha aggiunto - , ma nella sua complessità è tutto ed il contrario di se stesso: come periodo storico non è mai esistito; ciò che esiste semmai è il concetto storiografico, nato in epoca successiva, con una lettura spesso ideologica". "Per cui - ha concluso - scovare un'idea di pace, tra l'altro inevitabilmente subordinata alla guerra, significa soprattutto ricercare una riappacificazione con il Medioevo, liberandosi dai pregiudizi che lo fanno apparire come un periodo esclusivamente buio".


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