Nardò

Ex Gerontocomio, abbattimento vicino. L’Ordine degli architetti lancia appello

L’immobile mai ultimato e abbandonato da decenni nella zona 167 di Nardò sarà demolito a maggio. L’ordine professionale ha invitato il Comune a ripensarci: “Edificio di rilievo, si cerchi soluzione alternativa per il recupero”

L'ex gerontocomio nella zona 167 di Nardò.

NARDO’  - Incompleto e abbandonato da decenni, nella zona 167 di Nardò, l'immobile destinato in origine  a gerontocomio, come annunciato dall’amministrazione del sindaco Pippi Mellone sarà demolito nel mese di maggio. Le operazioni saranno finanziate con 705mila euro a carico del bilancio comunale e il Comune, dopo aver visto tramontare le progettualità per una vendita e un recupero funzionale dell’imponente edificio, ha già affidato i lavori di abbattimento  alla ditta Savina Costruzioni di Veglie.

Ma proprio sul futuro del vecchio “casermone” in cemento, destinato a lasciare il posto ad una nuova costrizione edilizia da destinare a residenza per anziani autosufficienti, si registra una presa di posizione dell’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori  della provincia di Lecce. L’ordine professionale infatti ha lanciato un accorato appello all’indirizzo dell’amministrazione comunale neretina: Quell’edificio è di rilievo, il Comune ci ripensi”.

Un immobile sorto ormai da circa quarant’anni il cui valore culturale, secondo gli architetti,  è confermato dalla Direzione generale creatività contemporanea del ministero della Cultura, che lo ha inserito nel “Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi”, oltre che da numerose pubblicazioni scientifiche e manuali d’architettura.

“Anche per l’architettura moderna, come per gli edifici antichi, possono e devono essere individuati adeguati strumenti tecnico-amministrativi capaci di garantirne il recupero, la rigenerazione e la valorizzazione” interviene il presidente dell’Ordine degli architetti di Lecce, Tommaso Marcucci, “la decisione dell’amministrazione comunale neretina di abbattere un edificio di forte valore architettonico, disegnato dall'architetto foggiano di fama internazionale Raffaele Panella, con il contributo degli ingegneri Angeloni e Vaccher,  non va purtroppo in questa direzione, distruggendo un esempio di architettura razionalista che invece merita un approccio del tutto differente”.

Si tratta di una struttura d’ispirazione razionalista, realizzata negli anni ’70 per ospitare una comunità di anziani, mai completata e costretta a uno stato di grave abbandono nonostante le numerose proposte avanzate negli anni per il recupero e il riutilizzo.

“Gli appelli rivolti da insigni studiosi di numerose università italiane e da Giuliano Volpe per il collegio dei docenti e i dottorandi del Dottorato di Ricerca Pasap Med, vanno assolutamente nella giusta direzione”, prosegue Marcucci, “e siamo convinti che debbano valere anche per gli altri importanti esempi di architettura razionalista e moderna presenti nelle nostre città, spesso oggetto di trasformazioni poco avvedute cancellando così una storia urbana che invece deve essere conosciuta e tutelata. Gli strumenti ci sono e vanno messi in campo”.

I referenti dell’Ordine degli architetti rammentano che quanto accaduto a Lecce, con la rigenerazione dell’ex Galateo, può essere di riferimento per tutte le amministrazioni pubbliche. “E come Ordine siamo a disposizione di quanti, sindaci e assessori al ramo, vogliano avviare processi di salvaguardia, rigenerazione e valorizzazione architettonica” puntualizza il presidente Marcucci.  

Nel caso specifico dell’ex Gerontocomio di Nardò, scegliere di salvaguardare un esempio di architettura razionalista salvandolo dall’abbandono cui è stato condannato in questi anni, recuperandolo nelle forme e nella funzione, avrebbe significato secondo gli architetti, voler garantire da parte degli amministratori valore aggiunto alla città recuperando un edificio considerato a giusta ragione un punto di riferimento.

“Appare quindi rilevante evidenziare quale tema centrale quello di un’allocazione virtuosa delle risorse pubbliche sforzandosi di percorrere, non senza difficoltà, percorsi di valorizzazione che puntino al recupero e non all’abbattimento, considerando questa solo un’ultima ratio” incalza Marcucci, “d’altra parte le dinamiche della trasformazione urbana, se percorse in modo attento al riuso di importanti beni architettonici anche grazie ai concorsi di progettazione, possono rappresentare per le città che le perseguono vere e proprie strategie sia per l’attrazione di investimenti che per la promozione delle stesse realtà urbane”.

Per questa ragione”, conclude il presidente dell’Ordine professionale “ avvieremo una discussione pubblica sulla presenza e la rilevanza dell’architettura moderna e razionalista nel nostro territorio, e su come la trasformazione urbana debba divenire ed essere considerata uno strumento importante non di cancellazione, ma di reale rigenerazione e valorizzazione”.


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