Gallipoli

In vacanza con pistole e droga per l’estate gallipolina: in due patteggiano quasi sette anni

I due amici, giunti dalla provincia di Milano e finiti nel carcere di Lecce lo scorso agosto per la detenzione di oltre due chili di hashish e due pistole, ieri hanno chiuso il loro conto con la giustizia

GALLIPOLI - Nel Salento da appena una settimana, la loro “vacanza” si concluse nel carcere di “Borgo San Nicola” a Lecce. E’ qui che lo scorso 28 agosto finirono Nicholas Lo Presti, un 28enne di Vizzolo Predabissi (a Milano), e il concittadino Abdeljalil El Abidi, un 31enne originario del Marocco, per la detenzione di oltre due chili di hashish e armi.

Per questa vicenda i due amici, ieri hanno patteggiato: il primo tre anni e otto mesi di reclusione, il secondo tre anni e due mesi.

La sentenza è stata emessa dal giudice Marcello Rizzo che ha così accolto l’istanza di concordare la pena formulata dagli avvocati difensori Giuseppe Presicce e Simone Viva, dopo la notifica del decreto di giudizio immediato firmato dal gip Sergio Tosi nei riguardi dei due imputati.

Ad arrestarli furono i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Gallipoli, che dopo servizi di osservazione e pedinamento durati alcuni giorni, piombarono nell’appartamento preso in affitto dai due a Lido Conchiglie.

Durante la perquisizione, i militari recuperarono due chili e 39 grammi di hashish, suddivisi in sei confezioni, cinque delle quali sottovuoto e termosaldate e una in cellophane, di diverso peso l’una. Oltre alla droga (il cui principio attivo puro di thc sarebbe risultato compreso tra il 26,28 percento e il 35,33 percento) dalla quale si sarebbero potute ricavare più di 30mila dosi singole, gli investigatori trovarono anche armi. In particolare, due revolver, senza marca e matricola, originariamente a salve e modificate attraverso la sostituzione della canna e della camera a scoppio per consentirne la funzionalità come arma da sparo e aumentarne la potenzialità, e un proiettile calibro 38 special.

Al termine delle verifiche, i due ragazzi furono accompagnati nel penitenziario di Lecce e durante l’interrogatorio di garanzia, solo Lo Presti che, oltretutto aveva precedenti specifici, confessò assumendosi la paternità sia per la droga che per le armi.  


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