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Alla vigilia del processo sul derby la Lega chiude a Lecce il tour contro le frodi

I vertici della Lega Pro, davanti alle massime autorità del territorio, in città per sostenere la lotta alla manipolazione delle partite di calcio. A poche ore dalla prima udienza del procedimento che coinvolge Pierandrea Semeraro e Carlo Quarta

Il Tribunale di Cremona (@TM News/Infophoto)

LECCE – Certo, è una curiosa coincidenza che alla vigilia della prima udienza del processo penale che vede tra gli imputati Pierandrea Semeraro e Carlo Quarta - già riconosciuti dalla giustizia sportiva responsabile della tentata combine di Bari – Lecce del maggio 2011 - la Lega Pro sbarchi a Lecce con il suo stato maggiore per l’ultima tappa dell’Integrity tour, iniziativa itinerante di prevenzione e formazione nella lotta alle frodi sportive.

Le conseguenze pratiche di quella partita hanno condannato la squadra ad una doppia retrocessione, una maturata sul campo, l’altra inflitta a tavolino, ma ancor più umiliante è stata la mortificazione per una tifoseria che si è sentita tradita nel giorno più importante, quello della conquista della permanenza in A e contro l’avversario per eccellenza.

La giustizia ordinaria non corre sugli stessi binari di quella sportiva e se per la seconda è sufficiente il fondato sospetto che qualcosa non sia andato per il verso giusto, per la prima l’iter processuale e dunque le garanzie per gli imputati sono molto più rigorosi. Ma la storia sportiva del club è intanto stata macchiata e la squadra si appresta a disputare gli ultimi 90 minuti della stagione regolare della Prima Divisione: se il Lecce fa anche un solo punto più del Trapani, sarà promosso in serie B senza dover affrontare l’estenuante supplemento dei Play-off.

Altra coincidenza della giornata: proprio da Trapani è partito, tre mesi addietro l’Integrity tour, i cui numeri sono stati snocciolati questa mattina nella conferenza di presentazione: circa 3700 addetti ai lavori – calciatori, dirigenti, ragazzi dei settori giovanili, allenatori - hanno partecipato ai workshop di formazione che sono stati organizzati nelle 30 città toccate dalla manifestazione che interessa il circuito della Prima e della Seconda Divisione. Rispetto all’anno precedente, la Lega Pro ha raddoppiato gli sforzi, incontrando 15 società in più. Le partite della stagione agonistica monitorate sono state 1200.

All’incontro odierno hanno partecipato il prefetto Francesco Cirillo (vice direttore generale della pubblica sicurezza, direttore centrale della polizia criminale e presidente dell’unità informativa sulle scommesse sportive), Francesco Ghirelli (direttore generale e responsabile ufficio Integrity della Lega Pro), Antonio Rizzo (vice presidente della Lega Pro e leccese di nascita), il sindaco di Lecce, Paolo Perrone e il segretario generale dell’Us Lecce, Adolfo Starace.

Al gran completo le autorità locali: dal prefetto, Giuliana Perrotta, al questore, Vincenzo Carella, dal comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Maurizio Ferla, a quello della guardia di finanza, colonnello Vincenzo Di Rella. Intorno a mezzogiorno è arrivata anche la prima squadra al completo, e con l’amministratore delegato Antonio Tesoro, per l’incontro di formazione.

Anche le serie cosiddette minori, è noto, sono state interessate da diffusi fenomeni di irregolarità sportive, alcune delle quali con risvolti sul piano penale. Diversi i fattori che rendono vulnerabile il calcio della “periferia” italiana anche se la eco non è sempre clamorosa. Il volume di denaro legato ai diritti televisivi, agli ingaggi, agli sponsor è infinitamente minore a quello della seria A o anche del campionato cadetto e, del resto, i controlli fanno fatica a coprire tutte le partite domenicali (due gironi in Prima Divisione, altrettanti in Seconda).

Ecco perché i vertici federali – che su un altro fronte stanno combattendo una battaglia impari contro la potentissima Lega di serie A che vorrebbe imporre la partecipazione delle squadre Primavera – puntano molto a rimodulare l’immagine della categoria secondo i valori di quell’etica sportiva che da una decina d’anni a questa parte appare sempre più fragile in un mondo, quello del pallone, influenzato da troppi interessi che con il sudore e la correttezza hanno poco a che vedere.

Del resto c’è voluta una mazzata di quelle poderose per reagire alla degenerazione di un fenomeno, quello delle frodi sportive, che rischiava di diventare patologico: furono 40 infatti le partite della stagione 2010 – 2011 sospettate di manipolazione inserite nella prima indagine aperta dalla Procura di Cremona nel dicembre del 2012 e ben 14 erano quelle disputate sui campi della Lega Pro.

Da allora è stato deciso di rimboccarsi le maniche, attivando, tra le altre iniziative, anche l’Integrity Office, che prevede uno staff centrale e referenti in ogni club. Dalla sinergia con il gruppo investigativo scommesse sportive, con l’unità informativa e con la Procura federale dipende poi l’efficacia dell’azione di repressione e prevenzione che, a detta della Lega Pro, ha portato ad una drastica diminuzione delle partite sospette. Nella stagione precedente all’attuale il calo è stato del 65 per cento e per una sola partita è stato segnalato il livello di massima attenzione.


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