Segnalazioni

Sì, vogliamo Tap per Spiaggiabella

Penso sia giusto che i cittadini difendano i loro diritti quando si sentono rattristati da oscure minacce che sembra non abbiano un obiettivo o un fine ben preciso, per cui, non riuscendo ad identificare i pericoli che incombono su di loro, si riuniscano per combattere o individuare strade alternative. Il problema NO TAP, così come prospettato, sembra lo stesso problema dei NO TAV, un movimento ambientalista, ecologico ed attento all’ecosistema, ma molte volte incomprensibile per la gran parte degli italiani perché si mostrano muscoli dall’una e dall’altra parte senza che si riesca ad identificare il reale problema sottostante. Spesso tali opere che si tenta di bloccare sono state quasi completate ed è ormai una lotta impari. Persa in partenza. Alcune persone strumentalizzano i fatti, altri si disperano perché ritengono di essere costretti a cedere una parte della loro libertà o della loro salute, altri gruppi, magari guerrafondai, ci sguazzano dando sfogo ai più cupi e primordiali istinti di distruzione per pubblicizzare la loro esistenza e polemizzare con chiunque governi. Alcuni cittadini che invece non sono sfiorati dal problema TAP, abbandonati da Dio e dalle Istituzioni, vorrebbero risolvere il problema anche barattando parte dell’immagine del loro territorio per una sistemazione dello stesso in modo civile e coerente con l’ecosistema deturpato dal tempo, dalla indifferenza delle Istituzioni oltre che dalla mano criminale degli uomini. Gli abitanti di un litorale hanno più volte, ma invano, chiesto la presenza delle Amministrazioni per sentirsi meno soli e confortati da chi avrebbe dovuto, di iniziativa, provvedere ad affrontare e risolvere certi problemi ambientali e non peggiorare le situazioni per semplici scopi politici (la spiaggia in foto è abbastanza eloquente). Fino ad oggi qualcuno ha ascoltato le richieste le ha annotate come prioritarie, ma poi l’oblio è sceso su tutto ed i vari problemi sono rimasti tali. Per cui tutto come prima. Se analizziamo le risposte dei due presidenti della Repubblica e del Consiglio (precedente) ai terremotati, “nessuno sarà lasciato solo” e “non vi lasceremo soli” confortati dall’attuale nuovo presidente del consiglio “sarà fatto tutto il possibile rapidamente” (26 casette in un anno), penso che dalla politica non otterremo nulla, se non la solita incomprensibile burocrazia, per cui è indispensabile indirizzarsi verso Privati con spalle larghe e in grado di smuovere sistemi politici attraverso le loro Lobby o Corporazioni. TAP, chiunque tu sia vieni a Spiaggia Bella, e insieme siamo disposti a discutere e proporre delle soluzioni per risolvere gli annosi problemi di interventi mirati a salvaguardare l’ecosistema mai attivati. Salvare il patrimonio privato, rinsaldare l’immagine di un Salento sempre più attento e vigile ai problemi per un ambiente sano ed in evoluzione, ma non immobile per la burocrazia generata e sovrapposta di enti quali Forestale, Ambientale, Marine, Parco di Rauccio, Comune, Regione e chi più ne ha ne metta. Il tutto per non risolvere niente. Ma allora che ci stanno a fare? Per la gestione del potere incollati alle poltrone? Io ho sempre pensato, da povero illuso, per ascoltare e risolvere i problemi della collettività. TAP se ci sei batti un colpo, ci siamo stufati di dare sfogo alle nostre giuste e sacrosante richieste che si perdono nel nostro libro dei sogni affidato a una politica inattendibile che si fa la guerra fra il Governo e l’Opposizione per boicottare l’altra parte e non risolvere i veri problemi dei cittadini. Non si sono mai visti uniti per risolvere problemi, salvo per lutti, ma sempre a litigare per bloccare l’altra parte. Ma in che razza di paese e di momento storico siamo capitati? TAP o qualsiasi privato che debba risolvere propri problemi, alle condizioni menzionate, fatti vedere che troveremo una soluzione tra Pubblico/Privato da prospettare ai vari politici del momento. Non certo alla Burocrazia che, lasciatemi passare il termine, spero che muoia quanto prima per dare spazio al movimento del decisionismo sotto sorveglianza. Se non troviamo interlocutori locali per risolvere i problemi di un’area abbandonata dalle istituzioni, molto presto, urleremo a squarciagola sulla stampa nazionale perché il Salento viva e si affrontino i danni arrecati e ancora insoluti degli ultimi trent’anni. Vogliamo risposte dall’uomo e non dal politico. Luigi