Segnalazioni

Un romagnolo ammalato in Salento

Vivo da ormai più di quattro anni in questa bellissima terra che mi ha accolto, protagonista di una emigrazione al contrario (sono un ricercatore di Economia Politica, Unisalento), verso quel sud ambito da tanti per le sue bellezze, ma spesso arido di possibilità lavorative e assistenza sociosanitaria di qualità. La mia terra di origine si distingue difatti nei servizi, in particolare quelli sanitari. Perché vi racconto tutto ciò?

Perché mio malgrado ho preso il Covid. Ebbene sì, sono uno entrato una decina di giorni fa nel conteggio ufficiale dei contagi locali. Dopo la seconda dose di Astrazeneca non ho fatto tempo ad immunizzarmi che mi si è scatenata la febbre, all’inizio derubricata come semplici effetti collaterali. Dopo l’intestardirsi di temperatura alta per una settimana, tosse secca, perdita di olfatto, la diagnosi era chiara… insomma, il resto è storia già sentita. Ma quello che si sente poco spesso è che il sistema sanitario locale mi ha curato con prontezza ed efficienza.

Sono stato ricoverato e prontamente assistito all’ospedale di Galatina, nel reparto infettivi. Il dottor Paolo Tundo, e tutta la sua equipe di supporto composta da medici, infermieri e oss si è dimostratata il giusto mix di competenza, efficienza e contatto umano. Sono quindi a scrivere un grande grazie, perché non sempre le cose migliori succedono a nord, ogni tanto le eccellenze sono qui da noi in Salento. Grazie amici salentini, grazie dottor Paolo Tundo e grazie a tutti i tuoi collaboratori! Ora, dopo una settimana in ospedale, sono di nuovo a casa, sulla via dell’inesorabile recupero.

Marco


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