Segnalazioni

"Le condizioni pietose delle strade"

Riceviamo e pubblichiamo la mail inviata dagli stessi interessati, in forma di resconto giornalistico. Raffaele Godi, che era alla guida del mezzo, è anche autore di biografie. Con la moglie è stato protagonista di un fatto di cronaca raccontato proprio da LeccePrima. Il tema è quello delle sicurezza stradale, sempre attuale, e di talune inefficienze. Basti pensare all'incidente mortale di ieri sulla statale 274 o alla tragedia sfiorata oggi sulla 613. Ecco la loro testimonianza diretta.

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Continuare la propria vita dopo essere stati vittime di un grave incidente nel quale si è avuta la sensazione di perderla o rimanere gravemente lesionati non è sempre facile. Anche ritornare alla vita di tutti i giorni può risultare né semplice né tantomeno immediato.  Lo sanno bene Raffaele Godi e sua moglie Rossella Passaro Epicoco, in vacanza nel meraviglioso Salento, che percorrendo la rampa di collegamento fra la SS. 16 e la S.P. 23 ,  sono divenuti loro malgrado, protagonisti nello scorso 20 giugno di un sinistro stradale, con conseguenze che solo la sorte non ha reso nefaste.  Complici  l’assenza di dispositivi di contenimento (guard rail), il pessimo stato del manto stradale e la pioggia che hanno reso quel tratto di strada,  viscido e scivoloso.

Godi non dimentica ancora quel giorno quando dopo aver svoltato, trovandosi a circa metà della curva a gomito, la presenza sulla strada di ghiaia e pioggia ha reso pericolosamente il manto oleoso tale da far perdere  alle gomme aderenza e conseguente  incapacità di governare il mezzo.  "Ricordo – ha aggiunto - che in quel momento l’auto ha incominciato a sbandare e a girarsi su se stessa fino a sbattere con la ruota anteriore e posteriore sinistra sul cordolo spargi acque,  che ha fatto da trampolino,  con successivo  ribaltamento dell’autovettura dentro il fossato. In quegli attimi tragici  ho percepito   distintamente solo la solidarietà della gente fermata a soccorrerci…  decine di persone che si davano da fare per salvarci la vita… mentre le forze dell’ordine chiamate per rilevare l’incidente prima di intervenire si rimpallavano la competenza per redigere i rilievi e conseguentemente per poter stilare il verbale; tutto ciò accadeva, mentre molti automobilisti che stavano percorrendo quel medesimo tratto di strada,  a loro volta perdevano aderenza rischiando di subire la stessa sorte,  e se ciò non è accaduto è stato soltanto per l’opera meritoria e coraggiosa dei soccorritori che hanno tenacemente impedito il peggio..”. 

Di quella passeggiata rimane solo il ricordo drammatico di quei momenti e la ferita di quelle conseguenze invisibili che sono derivate da un incidente stradale di così grave entità; conseguenze che non solo soltanto fisiche e psicologiche ma anche burocratiche, altrettanto devastanti e traumatiche, specie quando l’interlocutore è la pubblica amministrazione, dinanzi al quale il cittadino onesto appare subito disarmato, impotente e privo di qualsivoglia tutela.  "Il calvario burocratico – aggiunge Godi -  si è presentato appena sono riuscito a uscire dalla macchina e ho immediatamente realizzato le inefficienze di tutto il sistema che accompagnano il malaugurato automobilista che si trova a cavalcare questo penoso e vergognoso percorso; alla fine tra dinieghi, palleggiamenti tra un ufficio e l’altro, documenti non corretti e risposte non date, adesso mi ritrovo fortunatamente in vita, ma con una macchina distrutta che ho dovuto rottamare".   

L’amarezza che resta al malcapitato cittadino, non è soltanto quella di aver rischiato la propria vita, e di aver visto distruggere completamente la propria auto, ma di assistere inerte ad una pubblica amministrazione assolutamente indifferente,  considerato che sulla strada incriminata  già da tempo si erano verificati episodi analoghi e tante erano state in passato le denunce dei cittadini  (come dimostrano le tante testimonianze apparse sui social network nei giorni successivi e i diversi residui  e frammenti di lamiere e vetri riversati come una discarica nel fossato attiguo). Nonostante tutto, quella strada continua ancora a restare in un cattivo stato di manutenzione e priva di una benché minima barriera di contenimento, divenendo in caso di pioggia, una trappola mortale per chiunque.

Eppure stando agli ultimi dati, nel solo mese di giugno di questo anno,  gli italiani hanno  versato nelle casse comunali a titolo di acconto della Tasi,  complessivamente 12 miliardi, proprio per provvedere all’illuminazione, alla manutenzione delle strade ecc., e dunque resta da chiedersi quanto bisognerà ancora attendere prima di intervenire, e quanto vite umane dovranno essere sacrificate prima che qualcuno decida di provvedere alla sicurezza stradale.

"L’appello – come ha dichiarato anche l’avvocato Giuliana Grasso, legale dei coniugi Godi -  giunge non solo dalle vittime ma anche dalle innumerevoli Associazioni di familiari e vittime della strada che da anni denunciano il disinteresse che lega certe amministrazioni pubbliche alla precarietà e alla scarsa sicurezza di molte delle strade italiane, nonostante sussista in capo agli enti un preciso obbligo di custodia e manutenzione. Per tutti, infatti,  non ha senso  solo  installare più dissuasori di velocità, telecamere e rilevatori di marcia se poi ci sono le strade che sono impraticabili e fuori legge.  Ma si sa,  che spesso,  le denunce dei cittadini hanno peso solo in campagna elettorale".