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Cosa resta di questo anno da Capitale Italiana della Cultura?

A ottobre dello scorso anno Matera viene eletta Capitale Europea della Cultura 2019 battendo, tra le altre finaliste, anche Lecce con un risultato che frastrava le nostri grandi ambizioni internazionali. Con una mossa intelligente il Governo, su proposta del Ministro Franceschini, decide di istituire annualmente la Capitale Italiana della Cultura e di attribuire per il 2015 questo riconoscimento ad una delle sei finaliste, Lecce.

In estate, con profonda enfasi riparatrice, il Sindaco Perrone annunciava un ricco calendario di eventi che avrebbe comunque rilanciato la nostra città tra le mete nazionali: “Presentiamo oggi circa 100 eventi, un calendario fittissimo di iniziative. Grazie a Lecce 2015 abbiamo ottenuto dal Ministero un milione di euro. Sono soldi figli della candidatura a Capitale Europea della Cultura. Questa è una città strana: si arriva in finale superando città più blasonate ma si parla apertamente di una sconfitta. La nostra proposta culturale rafforza il barocco, il paesaggio, il mare e i nostri monumenti riuscendo ad attirare numerosi turisti”.

Un milione di euro per fare cosa? Il solito calendario di appuntamenti cui avremmo ugualmente assistito, allestito da bravi professionisti locali, con bravi artisti locali, con la solita audience locale.

Evidentemente quel milione è stato più sostituivo che aggiuntivo delle risorse comunali e hanno certamente comportato un risparmio per le casse leccesi ma è stato anche l'ennesima occasione persa di questa amministrazione (quante ne abbiamo già contate?).

Cosa resterà, quindi, di questo anno da Capitale? Qualche conferenza stampa di apertura, un sito triste e vuoto (https://www.lecce-events.it/), una brochure di appuntamenti (https://www.comune.lecce.it/docs/news---eventi/programma-lecce-2015-pieghevole.pdf) rispetto ai quali qualsiasi comune del Salento riuscirebbe a far meglio in due mesi d'estate....

Ora, col nuovo anno, passeremo il testimone a Mantova quale Capitale Italiana della Cultura 2016 e ho tanto il sospetto che la città lombarda riuscirà a far parlare di sè molto di più per darci l'ennesima conferma che oltre il Barocco non ci sia nulla.


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