Scuola

"Ricreazione al banco e niente feste fuori": la nuova scuola al tempo del Covid-19

La dirigente del Liceo Palmieri di Lecce spiega cosa si potrà fare e cosa no: dagli accessi scaglionati al protocollo in caso di febbre, la scuola è pronta per il rientro. "Ora bisogna mettere in cassaforte i risultati raggiunti"

In foto: i banchi del Liceo Palmieri

LECCE - Addio ricreazione tutti insieme nei corridoi: si rimarrà seduti al banco e in bagno sarà consentito l’accesso uno per volta. Gli ingressi e le uscite da scuola saranno rigorosamente scaglionati e imprescindibile sarà il rispetto delle norme igieniche. Questo lo scenario della nuova scuola al tempo del Covid-19. Gli istituti riapriranno finalmente i battenti il 24 settembre dopo lunghi mesi di stop e un periodo di profonda incertezza sulle linee guida e i protocolli ministeriali da adottare per evitare il contagio. Sarà un anno diverso, e questo è certo. Ma diverso in che senso? Ne abbiamo parlato con Loredana Di Cuonzo, dirigente scolastica del Liceo Classico e Musicale “G.Palmieri” di Lecce.

Come sarà organizzato il rientro in classe?

"Il Palmieri dispone di nove varchi di ingresso e quindi gli ingressi saranno scaglionati su questi diversi punti di accesso. Le classi entreranno a una distanza di dieci minuti l’una dall’altra. I tempi non saranno comunque lunghi e contiamo di iniziare la didattica alle 8.30. Metteremo in pratica una prova di evacuazione al contrario: se l’intero istituto riesce ad essere fuori nell’arco di 3 minuti e mezzo, il distanziamento di dieci minuti dovrebbe bastare. I collaboratori scolastici controlleranno il mantenimento delle distanze di sicurezza e i ragazzi saranno invitati a restare a casa in caso di sintomi febbrili, quindi con una temperatura superiore ai 37 gradi e mezzo. La scuola ha previsto comunque dei controlli a campione in classe". 

La didattica sarà spalmata su turni pomeridiani?

"Il Palmieri manterrà l’orario normale: del resto, per fare i doppi turni avremmo dovuto avere a disposizione il doppio degli insegnanti, ma l’organico Covid è stato giustamente assegnato alle scuole primarie poiché i bambini incontrano maggiori difficoltà con la didattica a distanza. Io ho chiesto 6 collaboratori scolastici per fronteggiare un problema diverso: quello di sorvegliare ragazzi più grandi. Il Palmieri si è trovato avvantaggiato nell’emergenza perché già disponeva di molti banchi monoposto o componibili: abbiamo chiesto dei banchi aggiuntivi per quelle classi (2 o 3) dotate solo dei banchi doppi". 

Quali saranno le norme igieniche da rispettare?

"Ogni scuola deve attenersi alle linee guida che rispecchiano le indicazioni dei protocolli sanitari nazionali. Partendo dalla mascherina, questa è obbligatoria in ogni situazione dinamica, cioè quando è necessario alzarsi dal proprio posto per andare in bagno, ad esempio, o per conferire con il docente. In tutta la scuola sono collocati i gel igienizzanti: in classe, nei bagni e vicino ai distributori. Ho predisposto anche un ordine di servizio per garantire la frequenza delle pulizie e l’arieggiamento delle classi: le finestre saranno aperte ogni mezzora e faremo lezione con le finestre aperte finché la temperatura rimarrà mite". 

Come si procederà in caso di sintomi febbrili?

"La procedura è questa: l’alunno verrà accompagnato in una sala Covid, successivamente verrà avvisata la famiglia che avrà il dovere di venire a prendere il ragazzo e di contattare il medico di base. La scuola dovrà allertare la Asl e attendere disposizioni  relativamente alla necessità di effettuare i tamponi, sanificare le aule, o aiutare la stessa azienda sanitaria nella ricostruzione della catena dei contatti ".

Queste misure saranno sufficienti a evitare di ricadere nell’incubo dell'emergenza?

"La scuola farà il proprio dovere, ma molto dipenderà da come si vivrà a casa e in società. La partita si gioca e si vince fuori dagli istituti di formazione. È doveroso che gli alunni siano prudenti e applichino le stesse regole anche nella vita privata: i genitori non possono autorizzare i ragazzi a partecipare a feste di compleanno con 200 persone e rischiare di vanificare gli sforzi. Il periodo di lockdown è stato pesantissimo per chiunque, ma adesso va messo in cassaforte il risultato". 

Qual è il bilancio sulla didattica a distanza?

"A marzo è scattata l’emergenza e il Palmieri il 9 era già online: ho avuto subito la percezione che l’emergenza sarebbe proseguita a lungo e ci siamo organizzati. La didattica in presenza è un’altra cosa, è chiaro, ma il sistema ha funzionato. Se non c’è altra possibilità la didattica a distanza è il male minore e ogni crisi, lo voglio sottolineare, rappresenta un’opportunità: basti pensare a come molte persone, compresi i docenti, abbiano imparato a usare strumenti informatici che prima non padroneggiavano".

Sarà un anno scolastico insolito? Temete una nuova chiusura?

"Sicuramente questo sarà un anno diverso, non ci illudiamo. Nessuno può sapere se ci sarà un’altra interruzione: speriamo di no. Se i contagi non aumenteranno sarà perché in Italia saremo riusciti a tenere comportamenti corretti, fuori e dentro la scuola".


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