Politica

Xylella, milioni di giornate in fumo. I sindacati chiedono misure per gli operai agricoli

"Nel decreto si parla di risorse per sostenere le imprese ma il dramma di migliaia di famiglie colpite dalla crisi del comparto continua a essere trascurato": la denuncia alle istituzioni

In foto: un trattore agricolo davanti agli uffici leccesi della Regione Puglia.

LECCE – La xylella sta producendo danni trasversali in tutta la filiera agricola. Se il disseccamento rapido degli ulivi ha messo il ginocchio la produzione negli ultimi 5 anni, a pagarne le spese sono state le imprese, sì, ma anche gli operai agricoli.

In migliaia, secondo le stime dei sindacati di categoria Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, hanno perso o rischiano di perdere il posto di lavoro nel Salento proprio a causa della batteriosi che si è diffusa tra gli ulivi.

O meglio, i lavoratori, impiegati per lo più in misura stagionale, potrebbero non firmare più i contratti a tempo determinato. Più che di licenziamenti, in questo caso si deve parlare di mancati rinnovi.

Il danno stimato, puntualizza la segretaria Flai Cgil di Lecce, Monica Accogli, è addirittura doppio. Nel breve periodo gli operai perderanno sia il salario mensile che i contributi previdenziali. Sul lungo tempo perderanno anche il sussidio di disoccupazione agricola che viene erogato, in virtù di un contratto stagionale, durante i mesi di stop della produzione.

I sindacati, in forma unitaria, si sono già attivati per far valere anche le ragioni dei lavoratori sui tavoli di trattativa per l’emergenza xylella. E questo sebbene i segretari di Cgil, Cisl e Uil di Lecce non siano stati invitati a prender parte né all’assemblea dei sindaci, né all’incontro con il governatore Emiliano, né al vertice convocato il 25 marzo dal ministro del Sud, Barbara Lezzi. Gli incontri sono stati presidiati, invece, dalle associazioni datoriali.

“Ci siamo comunque mossi sin da subito e, a ridosso dell'approvazione del decreto Centinaio, abbiamo inviato una comunicazione al ministro nella quale giudichiamo insufficiente la misura governativa relativamente alla parte economica. Il decreto, infatti, non riesce a sostenere finanziariamente le imprese dei settori lattiero-caseario, agrumicolo e olivicolo, risarcendole del danno subito”, puntualizza Accogli.

Ma il decreto legge è finito nel mirino dei sindacati soprattutto per un altro motivo: ovvero perché risulta monco di interventi in favore della manodopera agricola.

“È grave che, pur intervenendo per il riconoscimento dello stato di calamità per le gelate in Puglia del 2018, manchi la norma generale da noi proposta per garantire, ai lavoratori che hanno perso e perderanno nei prossimi anni milioni di giornate di lavoro a causa degli espianti, almeno le tutele assistenziali”, scrivono i segretari nazionali e locali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil.

“Mentre nel decreto si parla di risorse per sostenere le imprese che hanno contratto mutui bancari – denunciano loro – il dramma delle tante famiglie colpite dalle mancate giornate di lavoro continua ad essere trascurato”.

Per questo i sindacati avevano già chiesto al governo, in occasione della manifestazione che si è tenuta a Roma il 14 febbraio, di integrare il decreto con riconoscimenti a favore dei lavoratori, modificando l’articolo 1 della legge 247 del 2007 sulle calamità naturali.

La modifica serve a riconoscere ai lavoratori agricoli a tempo determinato, per i due anni successivi a quello per il quale le imprese hanno fruito dei benefici di legge, un numero di giornate pari a quelle accreditate l’anno precedente. “Questa misura consentirebbe ai lavoratori di accedere a tutele fondamentali almeno sul versante della disoccupazione agricola e della contribuzione previdenziale”, puntualizzano loro.

“In quell’occasione il ministro ci ha promesso di convocare un tavolo presso il Mise – aggiunge Accogli-. Non ci è ancora pervenuto, però, alcun invito presso il ministero”.

La richiesta, rivolta a governo e Parlamento, è quella di colmare velocemente queste lacune. Alle istituzioni locali i sindacati invece chiedono di prestare maggiore attenzione alle istanze degli operai e di considerare l’emergenza xylella globalmente, tenendo dentro tutte le rivendicazioni del comparto agricolo.

Forza Italia: "Che fine ha fatto il decreto emergenze?"

La domanda, provocatoria, è stata posta dal commissario regionale di Forza Italia, Mauro D’Attis, e dal vice commissario, il senatore Dario Damiani.

“Sono trascorse settimane dall’approvazione, in Consiglio dei ministri, del decreto emergenze. Ad oggi, però, il decreto non è stato ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale ed è alquanto strano. Qual è il problema? Sono giorni che lo attendiamo per poter presentare le nostre modifiche migliorative - denunciano i due esponenti politici - ma il provvedimento è misteriosamente sparito".

"Lo attendiamo in una delle due Camere, avviando l’iter di conversione, per poter depositare emendamenti significativi: a partire, per esempio, dallo stanziamento di più risorse per le gelate, dal momento che i 5 milioni previsti sono assolutamente irrisori. Le modifiche riguardano anche la parte relativa alla xylella e noi abbiamo già tutto pronto, recependo le istanze del mondo agricolo. Vorremmo capire dal governo, quindi, se ci siano motivi ostativi alla pubblicazione - incalzano loro. Non possiamo più aspettare: l’agricoltura pugliese è in ginocchio e di tempo ne è stato già perso parecchio".


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