Politica

Torre Lapillo-Porto Cesareo: "Lavori mai eseguiti, chiudiamola"

Alfredo Mantovano invia una lettera al Prefetto di Lecce. Parla del mancato completamento dei lavori di messa in sicurezza della strada e propone la chiusura fino a quando il Comune di Porto Cesareo non provvede ai lavori

 

LECCE - Nulla di fatto. O se qualcosa è stato fatto è poco. Anzi, pochissimo. Quella strada, alle porte della nuova stagione estiva, resta squallidamente pericolosa, inadatta ai pedoni, come al traffico veicolare, e a nulla è servita la scorsa estate la morte di una ragazza falciata mentre attraversava la Porto Cesareo-Torre Lapillo.

La burocrazia, l'inefficienze amministrative, siamo sempre alle solite. Eppure, dopo la tragedia, si levarono i cori di cordoglio e delle promesse, prima tra tutte la messa in sicurezza della strada. Chi, all’epoca, si mosse con decisione, fu l’ex sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, che oltre a convocare un summit presso la Prefettura di Lecce, spinse per trovare risorse da destinare ai lavori. Ed infatti, la Provincia di Lecce, elargì al Comune di Porto Cesareo 200mila euro. "Ma ad oggi - dice il parlamentare - nulla di concreto è stato fatto".

Così, Mantovano ha inviato oggi  una lettera, che riportiamo per interop, al Prefetto di Lecce. Parla del mancato completamento dei lavori di messa in sicurezza della strada Porto Cesareo-Torre Lapillo e propone la chiusura della strada fino a quando il Comune di Porto Cesareo, “che ha le risorse per farlo, non provveda”. 

 

 Ill.mo Prefetto,

la sera del 20 agosto 2011 Anna, una ragazza di 23 anni originaria di Bologna, è stata investita mortalmente mentre attraversava la strada che conduce da Porto Cesareo a Torre Lapillo; ciò è dipeso sia dall'imprudenza di chi conduceva il veicolo investitore, sia dal fatto che la strada era buia, con autovetture parcheggiate illegalmente su entrambi i lati. Infatti, pur trattandosi di un tratto inserito in un'area totalmente urbanizzata, esso era privo di illuminazione, di efficace segnaletica, di dissuasori e di marciapiede. E questo nonostante l'Amministrazione provinciale di Lecce avesse già da tempo destinato alla messa in sicurezza della strada la somma di 200.000 euro, ponendola a disposizione del Comune di Porto Cesareo.   

Nei giorni immediatamente sucessivi, cercando di superare le ovvie polemiche che hanno seguito un fatto così grave, insieme abbiamo lavorato intensamente perchè si recuperasse il tempo perduto e il Comune in questione, sulla base delle Sue autorevoli sollecitazioni, realizzasse le opere incomprensibilmente fino a quel momento non cantierizzate. Nel corso di una riunione tenuta in Prefettura, il Sindaco di Porto Cesareo assicurò che avrebbe entro settembre 2011 provveduto alla segnaletica e all'illuminazione, ed entro dicembre 2011 al marciapiede e alla pista ciclabile.

Siamo alla fine di aprile 2012: in quel tratto di strada, rispetto a un anno fa, oggi ci sono i lampioni, la segnalazione dei passaggi pedonali, le strisce pedonali (già sbiadite); è qualcosa, ma non è tutto. Mancano i marciapiedi, la pista ciclabile e dissuasori degni di questo nome: quelli esistenti fanno solo rumore. Sarebbe fuori luogo adoperare aggettivi per qualificare questa perdurante inerzia. Certamente, nonostante il ritardo, si fa ancora in tempo, prima del pieno della stagione estiva, a evitare nuova tragedie, che non sarebbero frutto del Fato o solo della sbadataggine alla guida di singoli.

Quando, subito dopo la morte di Anna, parlammo della questione, mi permisi di suggerire come extrema ratio l'esercizio del potere del Prefetto (previsto dagli art. 6 e 7 del Codice della strada e dagli artt. 7 e 8 del regolamento dello stesso Codice) di sospendere la circolazione di tutte o di alcune categorie di veicoli per motivi di sicurezza della circolazione medesima: i rischi di quel tratto di strada, così come è ancora adesso, e l'inerzia di quella amministrazione ne integrerebbero i presupposti. Si disse anche che il Comune avrebbe potuto evitare lungaggini ricorrendo all'affidamento dei lavori secondo la procedura della somma urgenza (art. 147 dpr 554/1999).

Pur non ricoprendo più l'incarico di Governo, avendo il desiderio che non siano più stroncate vite umane per la stolidità dell'inazione, sottopongo alla Sua prudente valutazione l'opportunità di riprendere quella ipotesi, cioè didisporre la chiusura di quel tratto di strada fino a quando il Comune di Porto Cesareo non avrà fatto quello che si è impegnato formalmente a fare, che ha il dovere di fare, che ha le risorse finanziare per fare. 

Con viva cordialità

Alfredo Mantovano 

Deputato al Parlamento   


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