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Giovani Democratici su Tap: "Preoccupati per l'assenza di pianificazione"

Nessuna contrarietà aprioristica al gasdotto, ma diverse perplessità tra le nuove leve del Partito Democratico sul progetto e sull'impatto: "Il Sud non può essere risorsa strategica solo quando diventa territorio da sfruttare"

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LECCE - I Giovani Democratici intervengono sulla vicenda Tap. Luciano Marrocco, Emanuele Fina e Alessandra Calsolaro, tra i membri della segreteria provinciale dei Gd, chiariscono come la vocazione turistica del Salento sia emersa con più forza nel corso degli anni.

"Come Giovani Democratici riteniamo pertanto - precisano - che la costruzione del gasdotto Tap vada contro gli sforzi, seppur ancora minimi, compiuti nella direzione di uno sviluppo turistico di questa area; ma la cosa che ancor più ci preoccupa è l’ennesima dimostrazione che non si ha ben chiara la visione e la prospettiva che si vuole dare a questo territorio per i prossimi 20 anni. Sembra essersi smarrito il progetto di quel 'Salento d’amare' che rappresentava insieme visione, prospettiva, sostenibilità e sviluppo".

"Non siamo a priori - specificano - contrari a tutto. Ma siamo preoccupati per l’assenza di pianificazione. Siamo tuttavia consapevoli del fatto che solo la pubblicazione dello studio di impatto ambientale consentirà a tutti di esprimere valutazioni più puntuali, evitando precoci entusiasmi o allarmismi. Ma siamo altrettanto consapevoli che l'eventuale realizzazione non potrà essere barattata con un'elemosina di soli 5 milioni di euro a favore dei Comuni coinvolti per contrastare l'erosione costiera".

"Noi Giovani Democratici - aggiungono - consideriamo passata la stagione in cui si mercanteggiavano i diritti con la storia del ricatto occupazionale perché, a fronte dei posti di lavoro (stimati) che si creerebbero, bisognerebbe stimare anche quelli che verrebbero meno negli altri settori, primo fra tutti il turismo. La vicenda Ilva avrebbe dovuto insegnare qualcosa, innanzitutto che non si possono più accettare speculazioni sulla dignità di un intero territorio. Certo, capiamo anche l'importanza strategica dell'opera per il nostro Paese, ma riteniamo insopportabile, ai limiti della presa in giro, l’idea di chi considera il 'Sud una risorsa strategica' solo quando lo si deve sfruttare".

Proprio per il carattere strategico complessivo che l’opera dovrebbe avere, i Giovani Democratici suggeriscono di individuare un luogo più idoneo in cui far approdare la struttura, senza sentirsi "affetti dalla sindrome di Nimby", ma al contrario, "pianificare lo sviluppo di un’intera Regione": "Non sarebbe poi così peregrina - dichiarano - l'idea di associare la riconversione della centrale a Carbone (altro bubbone nel Salento) di Cerano all'eventuale realizzazione della Tap".

"In definitiva - concludono -, noi siamo favorevoli affinché al Salento sia impressa una definitiva svolta turistica ed un recupero dell’attività agricola come motori della rinascita del territorio puntando sulle enormi risorse culturali, naturali e paesaggistiche possedute. Certamente, queste attività si dovranno coniugare a processi più competitivi e tecnologici. Ci risulta pertanto, davvero incomprensibile, la volontà di realizzare un impianto che risponde di più ad una vocazione industriale che il nostro territorio non possiede. Per queste ragioni avanziamo le nostre forti perplessità sul progetto Tap".


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