Politica

“Scorrettezze e licenziamenti discriminatori”, l’accusa di Flaica all’istituto Sveviapol

Il sindacato ha organizzato una manifestazione il 23 marzo ed un incontro con il capogabinetto della prefettura il giorno dopo. Le denunce, giunte fino all’assessore regionale Caroli, sono numerose: “Organizzazione del lavoro squilibrata, licenziamenti non giustificati”

La prefettura di Lecce

LECCE - Il sindacato Flaica Cub è sempre più agguerrito contro l’istituto di vigilanza Sveviapol sud srl. Dopo la manifestazione organizzata il 23 marzo in via XXV Luglio, il referente sindacale, Giovanni Vita ha incontrato ieri i vertici della prefettura, cui ha consegnato una serie di documenti che testimonierebbero una “situazione problematica” all’interno dell’azienda. Il capo di gabinetto prefettizio si è assunto l’impegno di contattare l’istituto per chiarire i punti più oscuri della vertenza.

Per comprendere la situazione, bisogna fare un passo indietro. L’organizzazione sindacale contesta, infatti, l’intenzione di licenziare tre iscritti: in particolare è stata impugnata la procedura di conciliazione obbligatoria per la risoluzione del rapporto di lavoro di tre persone di Brindisi, perché ritenuta “inefficace” a causa di una presunta violazione del requisito di oggettività.

Quest’episodio, al pari di altre problematiche, è stato al centro anche di una missiva inviata all’indirizzo di Leo Caroli, assessore regionale al Lavoro finalizzata a sollecitare un suo intervento diretto: “Sveviapol sud srl, la cui proprietà è Cosmopol di Avellino, persegue l'abbattimento dei costi di gestione attraverso un'organizzazione snella e un modello economico difforme alle regole del settore e alla propria capacità tecnica – si legge -. Nei due anni della nuova amministrazione il personale è stato dimezzato, con l'apertura di due mobilità, con la chiusura del settore amministrativo e attraverso una politica coercitiva che, attraverso l'uso indiscriminato dell'investigazione privata, ha contestato e licenziato decine di colleghi con motivazioni disciplinari dubbie e inesistenti. Addirittura c'è chi è stato licenziato per aver espresso un commento su un social network, lasciando intuire un'offesa all'amministratore delegato”.

E ancora: “Ai giorni nostri abbiamo assistito al caso di una persona iscritta al sodalizio Agri che, malata di tumore, si è vista raggiungere da un provvedimento di licenziamento per aver superato il periodo di comporto. Allo stesso tempo, tre iscritti a Flaica Cub sono stati raggiunti da licenziamento oggettivo (vedi legge Fornero) per il mancato passaggio di cantiere alla postazione Enel,  produzione di Brindisi, quando proprio l'azienda ha affermato che si trattava di problematiche collettive riguardanti la legge 223 del 91,  avendo stilato una graduatoria con sette unità. La stessa commissione provinciale di conciliazione è rimasta allibita a causa dell’incapacità del loro legale di spiegare le motivazioni che hanno portato al licenziamento oggettivo”.

Ma il sindacato contesta anche dei presunti squilibri all’interno dell’organizzazione del lavoro: “Vi sono guardie che lavorano solamente di giorno e altre solamente di notte; guardie che superano le mille ore di straordinario l'anno e altre che si limitano a farne qualche centinaio; gente che in difformità a quanto previsto dalle norme settoriali viene agevolata in servizio per espletare compiti commerciali”.

Questa presunta incapacità tecnica è stata peraltro oggetto di due esposti alla procura della Repubblica di Brindisi e di Lecce, denunce ai carabinieri ed agli ispettori del lavoro delle due città: denunce “che hanno prodotto un duro intervento del prefetto di Lecce con il monito di ritirare la licenza”.

Dal 1° aprile, poi, Sveviapol sud srl diventerà Cosmopol spa, avendo ceduto tutto il ramo d'azienda alla società campana e la competenza istituzionale passerà da Lecce ad Avellino. “E’ evidente, quindi, l’azione sindacale risulta inefficace perché bisogna attendere i tempi giudiziari delle sentenze – commenta il segretario Giovanni Vita - ma la stessa inutilità l'avvertiamo anche a carattere istituzionale dove né gli ispettorati del lavoro, né le prefetture di competenza riescono a far valere la propria influenza”. Secondo i rappresentanti sindacali servirebbero, dunque, determinazioni amministrative capaci di aprire un proficuo dialogo con l’azienda, al fine di “riportare il tutto in una dimensione condivisa”.


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