Il Comune porta Ato e gestione esosa dei rifiuti al Tar. Dura replica del Cda
Dopo gli scontri delle scorse settimane, all'interno del consorzio, il sindaco di Corigliano, Ada Fiore, decide di portare in giudizio la gestione dell'Ato Lecce 2: "Necessario ristabilire legittimità e trasparenza"
CORIGLIANO D’OTRANTO - La battaglia interna all’Ato sulla legittimità e trasparenza delle procedure si sposta nelle aule giudiziarie: così il Comune di Corigliano ha deciso di ricorrere al Tar Lecce, affidandosi agli avvocati, Giovanni Pellegrino e Leonardo Maiorano, nella convinzione che l’iter di approvazione dei bilanci dei vari anni, durante i quali sono stati gestiti milioni di euro, non sia da considerarsi solo una formalità.
I bilanci, dunque, come sottolinea il sindaco di Corigliano d’Otranto, Ada Fiore, “diventano vera sostanza all’interno di un ente che, nato per razionalizzare i costi e migliorare i servizi relativi alla gestione dei rifiuti, si è rivelato un carrozzone da mantenere soprattutto a carico dei cittadini”: “Accedere alle carte, valutare le spese, analizzare i costi – puntualizza -, sono il presupposto fondamentale a garanzia di tutti”.
La decisione di ricorrere al Tar, da parte del sindaco è soprattutto una questione politica. Non intesa come centro destra o centro sinistra, come, invece, qualcuno vorrebbe farla passare: “E’ una questione di politica con la P maiuscola – chiarisce la Fiore -, di cui oggi si ha molto bisogno. La politica che deve ispirare e guidare ogni nostra azione; che ci consente di essere credibili dinanzi ai cittadini che in noi hanno riposto fiducia e ai quali dobbiamo correttezza e lealtà”.
“In questi anni – sottolinea - più volte sono state evidenziate le conseguenze nefaste che le gare effettuate dall’Ato hanno avuto sui cittadini: aumenti spropositati dei costi ‘incontrollati’ che sono diventati per molti comuni, debiti fuori bilancio”.
“Gli aumenti – puntualizza Ada Fiore - sono diventati oramai insostenibili e quel che è peggio nessun controllo sulla effettiva congruità dei costi. Un esempio? Nell’Ato Le 2 il costo per la selezione del materiale differenziato è di 250 euro. Per il Comune di Brindisi, di soli 31 euro. Chi deve controllare?”.
A questo punto, una piccola ricerca fornisce, come spiega il sindaco di Corigliano, “un suggerimento semplice ma efficace”: “Viene dalla Regione Emilia Romagna che ha istituito un’autorità regionale per la vigilanza della gestione dei rifiuti urbani, che tra gli altri compiti ha quello di pubblicizzare e diffondere la conoscenza delle condizioni di svolgimento dei servizi; effettuare una valutazione delle spese di funzionamento delle Ato; definire il prezzo medio regionale del recupero e smaltimento rifiuti urbani”. “A volte – conclude la Fiore - basta solo ‘copiare’ le buone pratiche per dimostrare di tenere veramente ai propri concittadini”.
Macculi non ci sta: "Il sindaco Fiore dice cose inesatte: si confronti in assemblea"
Il cda sottolinea anche che “con le sue progettualità l’Ato Lecce 2 ha inoltre intercettato fondi pubblici e ingenti investimenti per dar vita a venti ecocentri (di cui uno a Corigliano d’Otranto), realizzando ulteriori risparmi: il costo medio della Tarsu nei 32 comuni di gestione unitaria dell’Ato è infatti di 2 euro a metro quadro, nettamente inferiore a quello di altri comuni che mantengono la gestione comunale e che pur non avendo avviato la raccolta differenziata spinta sostengono costi sino al doppio, 4 euro a metro quadro. Questi sono i dati di fatto. Incontrovertibili anche per la più bieca opposizione, tutta politica e strumentale”.
Per Macculi e gli altri firmatari, “il sindaco di Corigliano d’Otranto Ada Fiore” creerebbe “continuo sconcerto e allarmismo nella popolazione, con dichiarazioni non veritiere e non corrette che ingenerano nell’opinione pubblica diffidenza e disaffezione”. Ovvero, sarebbe colpevole di mettere “a confronto prezzi per la lavorazione di rifiuti differenziati completamente diversi: Ada Fiore sappia che il monomateriale costa anche in provincia di Lecce, così come per Corigliano d’Otranto, solo 50 euro e non 256 euro, che è stato questo in passato il costo del multimateriale incluso di stazione di trasferenza sino a Modugno”.
“La stessa Ada Fiore sa benissimo che la causa principale degli aumenti del costo dello smaltimento di 1 tonnellata di rifiuti è dovuta all’incremento da 77,17 euro per tonnellata a 121 euro per tonnellata, dal 1° gennaio 2010, data dalla quale la Regione Puglia non intende più coprire i maggiori oneri che si era precedentemente impegnata a conferire dopo l’avvio dell’impianto della Sud Gas. Tutto ciò, dunque – asseriscono -, non dipende, in maniera solare, palese, né dall’Ato, né dai comuni”.
L’atto d’accusa continua: “Il sindaco Fiore è chiamato nelle sedi istituzionali e più opportune, l’assemblea e il Cda, ad avanzare proposte costruttive, anziché a crearsi spazi di protagonismo mediatico personale, giacché in questi momenti di perdurante crisi le istituzioni sono chiamate a offrire soluzioni, proposte, non a protagonismi inutili e vuoti di ogni iniziativa concreta”. E scatta anche l’ultimatum: “I componenti del Consiglio d’amministrazione del Consorzio Ato Lecce 2, insieme al presidente, invitano il sindaco Fiore a confrontarsi seriamente, nelle sedi opportune, con maggiore rispetto, senso della verità e garbo istituzionale, verso gli altri sindaci e rappresentanti delle istituzioni della sua stessa dignità, almeno; diversamente si riservano anche loro di intraprendere azioni diverse, nelle sedi opportune”.