Consiglio comunale: nel centrodestra i più presenti e i meno ligi
Sono state 19 le sedute dell'assise cittadina nel 2014. Nei banchi della maggioranza siedono i più "stakanovisti", ma anche coloro che hanno collezionato più assenze, fin quasi alla metà del totale. Minoranza: Torricelli e Salvemini mancano solo due volte
LECCE – La maggioranza di centro destra apre e chiude la classifica delle presenza nel consiglio comunale nel corso del 2014. Sono infatti cinque i consiglieri “stakanovisti” di Palazzo Carafa: Angelo Tondo, Daniele Montinaro, Bernardo Monticelli, Giordana Guerrieri (nella foto, sotto) e Rocco Ciardo risultano sempre presenti nelle 19 sedute dell’assise cittadina, presieduta da Alfredo Pagliaro (sempre presente). Il più assenteista è risultato invece Giuseppe Ripa, registrato come assente in nove occasioni. Presenti solo una volta di più Paride Mazzotta e Gianluca Borgia.
Loredana Capone – che è anche assessore regionale - è l’esponente della minoranza con più assenze, sette, seguita con sei dal collega del Pd, Paolo Foresio, che è anche capogruppo, e da Luigi Melica dell’Udc. Cinque assenze per Sergio Signore, quattro per Maria Paola Leucci e Antonio Rotundo, tutti del Pd. Tra i democratici il più virtuoso è Antonio Torricelli, due le assenze al pari del capogruppo di Lecce Bene Comune, Carlo Salvemini mentre l’altro esponente di Lbc, Saverio Citraro, ne ha collezionate quattro.
Ritornando tra i banchi del centrodestra a quota sette assenza si attestano Paolo Cairo e Lucio Inguscio, a sei Pierpaolo Signore, a cinque Massimo Alfarano, a tre Gianpaolo Scorrano, Francesca Mariano, Fernando Calò e Nunzia Brandi, a due Damiano D’Autilia, Antonio Lamosa, Fiorino Greco e Oronzino Tramacere, a una Gianni Garrisi.
Discorso assai più complesso è quello che riguarda le commissioni consiliari, dove si svolgono tutte le fasi propedeutiche alla discussione in consiglio. In questi ultimi organi comunali è previsto il sistema della delega, per cui un componente può delegare un collega di partito, ed è tollerata anche l’abitudine della firma “last minute” (firma nella parte finale) o “mordi e fuggi” (firma e allontanamento dai lavori). Sia in consiglio che in commissione il gettone di presenza equivale a 36 euro e 15 centesimi (netti), ma esiste un tetto massimo in proporzione alla retribuzione del sindaco.