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Il ministero ricorre al Consiglio di Stato. Lo scontro su piazza Tito Schipa continua

Il Tar di Lecce, a fine settembre, aveva accolto le ragioni del Comune di Lecce e della ditta De Nuzzo annullando il parere della Direzione regionale per i beni paesaggistici che conteneva prescrizioni ulteriori a garanzia dei resti del convento

L'area dell'ex caserma Massa.

LECCE – Sarà il Consiglio di Stato ad esprimersi sul cantiere di piazzetta Tito Schipa. Il ministero dei Beni culturali, infatti, ha presentato appello contro la decisione del Tar di Lecce che aveva annullato il parere con cui, nel luglio scorso, la Direzione regionale per i beni paesaggistici della Puglia vincolava i lavori al rispetto di dettagliate prescrizioni a garanzia dei resti del convento e della chiesa di Santa Maria del Tempio.

Vincoli che la ditta incaricata dei lavori e la giunta comunale hanno ritenuto incompatibile con il progetto definitivo. Il tribunale amministrativo leccese ha accolto il ricorso dell’amministrazione comunale e della società De Nuzzo, ma il ministero guidato da Dario Franceschini ha chiamato in causa l’ultimo grado di giudizio.

Secondo il comitato civico che segue da tempo la vicenda i vincoli posti della direzione regionale non sono “contrattabili”, essendo in linea con l’articolo 9 della Costituzione che tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico. I portavoce del gruppo che si è organizzato a tutela dell’ex Massa ritengono anche che l’apertura fatta dall’amministrazione comunale nel senso di un confronto con le parti in causa alla ricerca di una soluzione condivisa, fosse solo strumentale ad evitare il ricorso al Consiglio di Stato.

“Ci auguriamo che questa guerra giudiziaria avviata dall’amministrazione conto il ministero dei Beni culturali, che probabilmente ha compromesso le chance della città nella candidatura a Capitale europea della cultura, possa avere comunque l’effetto, seppur non voluto, di giungere ad una piena tutela archeologica dell’area”.


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