Tar di Lecce salvo, soddisfazione bipartisan: "Una prova di unità d'intenti"
Plausi per l'emendamento al decreto che salva il Tar. Gabellone e Capone ricordano la coesione, Marti la battaglia per il territorio. Stefàno: "Atto di saggezza". Congedo e Negro menzionano il referendum contro la soppressione, ma Pagliaro è contento a metà: "Nessuna vera vittoria senza regionalismo"
LECCE – Una vittoria bipartisan. Così si può sintetizzate il commento di molti politici salentini alla notizia rimbalzata nella tarda serata di ieri tramite le principali agenzie di stampa sul salvataggio dalla scure del “decreto semplificazione” di cinque sedi distaccate dei Tribunali amministrativi regionali, nelle città sedi di Corti d’appello, e fra questi, il Tar di Lecce.
Per il parlamentare del Pd, Salvatore Capone, “l’approvazione dell’emendamento all’articolo 18 del testo legislativo è una bellissima prova d’intesa congiunta tra delegazioni parlamentari nell’esclusivo interesse delle comunità territoriali e della qualità del confronto tra le delegazioni parlamentari (in particolare per quanto mi riguarda dei deputati Pd delle regioni coinvolte) e il governo, che sin dall’inizio ha manifestato una posizione di apertura e disponibilità alla modifica del decreto”.
Necessario, per Capone, questo salvataggio, “non per una difesa campanilistica e miope dello status quo – precisa - né tantomeno una difesa di rendite di posizione, quanto piuttosto per questioni di merito. In questo caso essere sede di Corte d’Appello e, aspetto non marginale, il differenziale costi tra le sedi di Lecce e di Bari, e la significativa mole di lavoro affrontata dal Tar di Lecce rappresentata dai ricorsi depositati”.
Il deputato di Forza Italia, Roberto Marti, parla di una “battaglia nel nome di un territorio che non poteva essere privato di una sezione funzionale e fondamentale per le province di Lecce, Taranto e Brindisi”. E aggiunge: “La grande mobilitazione che si è registrata intorno all'ipotesi di abolizione del Tar di Lecce è servita a dare consapevolezza dell'efficienza di quest’organismo e dei numeri, tutti positivi, che lo caratterizzano, dai costi esigui rispetto al resto di Italia agli innumerevoli ricorsi”.
Per il senatore di SeL, Dario Stefàno, si è trattato di “un atto di saggezza istituzionale che tutela gli equilibri e gli interessi della comunità. La modifica accolta stoppa una stortura che avrebbe avuto effetti devastanti: si voleva tagliare un pezzo di Stato con un criterio esclusivamente ragionieristico, andando a colpire però dove di fatto il problema dei costi non era incidente”.
Il vicecapogruppo vicario del Pdl-Fi, Erio Congedo, si dice soddisfatto per l'approvazione dell'ordine del giorno con cui il Consiglio regionale ha aderito alla richiesta di referendum abrogativo della Regione Abruzzo contro la soppressione degli uffici giudiziari.
“E' un segnale importante che lanciamo, assieme alle altre Regioni, al governo nazionale. La decisione di non abolire il Tar di Lecce è certamente un'ottima notizia che fa pensare ad un ravvedimento del governo sulla legge varata da Monti. C'è da ben sperare quindi - conclude Congedo- che anche su questo tema possa conquistarsi un altro punto a favore per i cittadini il cui diritto di accedere senza disparita' alla giustizia va tutelato con forza e determinazione”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente del gruppo Udc, Salvatore Negro. “In linea di massima – ha commentato – siamo sostenitori del bisogno che il Paese ha di riforme urgenti e siamo quindi favorevoli alla razionalizzazione del sistema avviata dal governo".
"Pur tuttavia occorre lavorare per migliorare il sistema giudiziario tenendo conto delle peculiarità di territori come la Puglia che si estende per oltre 500 chilometri, da Leuca al Gargano, ed ha esigenze diverse rispetto a quelle di altre piccole regioni. In questo periodo abbiamo raccolto la voce degli avvocati e degli altri operatori della giustizia ma soprattutto dei cittadini: basta fare un salto nel Tribunale civile di Lecce - conclude - per rendersi conto dei disagi che sta creando l’accorpamento di alcune sedi giudiziarie”.
“Sono anni che peroriamo la causa del regionalismo e non certo per capriccio, ma perché solo un’istituzione territoriale solida e riconosciuta può difendere le ragioni dei suoi cittadini. Il “fattore 36” che proponiamo risolverebbe a monte problemi come quello del Tar. Noi – aggiunge - sappiamo che è solo l’inizio: dal Tar si passa alle prefetture, alle autorità, alle camere di commercio ed enti secondari tutti”.
“Ci troveremo a breve a dover sudare per salvare il salvabile, ancora una volta, senza una spinta riformatrice seria che restituisca ai cittadini la loro dignità e la stabilità istituzionale. Basta guardare a quanto sta accadendo per la riforma sulle Province: ci stanno beffando e sbeffeggiando e nessuno alza la voce. Le Province sopravvivranno e a nulla è servito il tempo perso e speso in inutili dibattiti”.