Politica

Smart city, Lecce giù in classifica e Foresio attacca: “Basta con il fumo negli occhi”

L'esponente del Pd commenta con sarcasmo il rapporto annuale sulle città più intelligenti d'Italia. Il capoluogo salentino scivola in un anno di 30 posizioni. Segno che le altre amministrazioni procedono più in fretta sulla strada dell'innovazione

Paolo Foresio con Matteo Renzi, nel corso della campagna elettorale per le primarie del Pd.

LECCE – Il rapporto annuale “ICity Rate 2014” lascia poco spazio a dubbi: Lecce scivola dal 52esimo posto dello scorso anno all’81esimo di oggi. I dati elaborati dal Forum delle pubbliche amministrazioni sono stati elaborati sulla base di 72 indicatori e i risultati sono stati presentati a Bologna nel corso della Smart City Exhibition, manifestazione sull’innovazione tecnologica nella gestione delle tematiche urbane.

Per Paolo Foresio, capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale si tratta di “uno scivolone che ci fa indietreggiare a tal punto che non figuriamo nemmeno fra le migliori dieci del solo Mezzogiorno, dove, invece, sono presenti Bari e Matera. Anzi, proprio Matera è addirittura terza in Italia (e prima nel Meridione) nella graduatoria specifica ‘Environment’, che riguarda i dati sulle condizioni ambientali (aria, rifiuti, acqua, energia, verde e include anche la propensione alla Green Economy delle imprese). E questa la dice lunga su cosa ci abbia penalizzati nella corsa a Capitale Europea della Cultura”. 

L’esponente della minoranza chiama dunque l’amministrazione comunale - e per forza di cose l'assessore all'Innovazione tecnologica, Alessandro Delli Noci, pur senza nominarlo - ad una presa di coscienza della realtà: “Questa clamorosa perdita di posizioni chiama alle proprie responsabilità la politica e soprattutto l'operato della giunta che governa Lecce con simili scarsi risultati.  Belle le parole, i convegni, le trasferte ai più importanti eventi di settore, ma gli investimenti concreti quando? Gli indicatori che vengono analizzati sono i chilometri di piste ciclabili presenti sul territorio comunale, i chili di raccolta differenziata, l'offerta di trasporto pubblico e di interscambio, la qualità della connessione wi-fi, la multiculturalità, il rapporto cittadini-istituzioni, la vivibilità intesa anche come assistenza sanitaria, cura degli anziani e dei minori, sicurezza pubblica e molto altro ancora”.

“Basta, quindi, con il fumo negli occhi, basta con i paroloni a cui, poi, non segue nulla. Per fare di Lecce davvero una Smart City, occorre darsi una svegliata e passare dalle teorie eutopistiche ai fatti, come ha fatto Firenze, puntando su Wi-fi, car sharing, piste ciclabili, semafori intelligenti e altre innovazioni che migliorano la qualità della vita. Se tergiversiamo ancora, riceveremo solo questo genere di sonore bocciature, motivate da numeri e dati specifici contro i quali le arrampicate sugli specchi del sindaco e dei suoi sodali assessori non servono proprio a niente”.