Politica

Elezioni PROVINCIALI: L'ATTESA DEL PD, I DUBBI DEL PDL

Il Pd attende ancora risposte chiare in merito all'accordo con l'Udc nel centrodestra, continuano le tensioni e gli appelli all'unità. E Saverio Congedo (Pdl) adesso critica la sanità di Vendola

La scelta dei candidati alle prossime provinciali appare una corsa contro il tempo: nel centro sinistra non sembra più tanto lontana la scadenza del 15 gennaio, quando il segretario del Pd, Salvatore Capone, dovrà dare risposte chiare all'assemblea provinciale in merito all'accordo dell'Udc e al nodo delle primarie, che vede già pronto uno scalpitante Sergio Blasi. L'accordo col partito di Ruggeri appare possibile, ma non certo, visto che nell'Udc c'è una forte tendenza a non accogliere un'alleanza con gli avversari storici: per ora, lo scudo crociato predica ancora la propria neutralità e fa sapere, attraverso i suoi esponenti, di voler esclusivamente pensare a discutere di programmi.

Acque più agitate nel centro destra, sebbene in molti (non ultimo anche l'avvocato Gervasi che ha chiesto la fine delle divisioni in An ed il coinvolgimento di Alfredo Mantovano nelle provinciali) provino a stemperare gli animi nella complessa ricerca del nome condiviso. Adriana Poli Bortone ha parlato chiaro: non vuole candidarsi alla provincia e ha proposto Gianni Garrisi come nome di An. Ma da Forza Italia, il ministro Fitto, supportato da Baldassarre e Cosimo Gallo, ha fatto intendere la necessità di un candidato più forte, indicando la stessa senatrice come l'unico cavallo vincente. Cresce persino il partito di chi sostiene che sia accordo comune dei vertici nazionali quello di dare all'ex sindaco di Lecce solo l'opportunità di essere la candidata alla provincia, e non, come lei vorrebbe, alla Regione. Voci di corridoio sosterrebbero che persino Altero Matteoli, sostenitore della senatrice, avrebbe sollevato le braccia, sulla questione.

Per di più, quello di Forza Italia più che un invito appare un avvertimento: o la Provincia, o comunque si sceglie un altro candidato, senza alcuno spazio per la Regione. Più che An al bivio, si tratta di una difficile scalata per la eurolady, che per ora non demorde in un braccio di ferro con gli alleati. Altro capitolo, poi, è la questione Congedo: Forza Italia, se dovessero confermarsi tutti i no degli altri big, vorrebbe lui come candidato di An; dal partito, però, tante sono le voci che si scagliano contro questa eventuale scelta (con la sola eccezione di Destra di Base, che ha chiesto un chiarimento definito sul caso), non ritenendo Congedo un uomo di Alleanza Nazionale per la vicenda della lista civica de La Città. Ma più di un conto non torna, visto che Congedo è stato candidato alle ultime politiche in An,è consigliere regionale del gruppo An, viene considerato dai vertici nazionali (vedi anche Alemanno a Lecce) come lo stesso Mantovano, a cui è politicamente vicino, un uomo del partito. La vicenda, dunque, appare più una mera questione di personalismi e di correnti di pensiero, che andrebbero risolti una volta per tutte. Altro conto che non torna, infine, è la metodologia di scelta del candidato: se, infatti, ad An spetta di proporre un nome, appaiono contraddittori i veti degli alleati nei confronti di Garrisi, che giorni fa, tra l'altro, ha ricevuto il sostegno dell'avversario politico, Giovanni Pellegrino. Forza Italia avrebbe a suo tempo, forse, dovuto ben specificare che sarebbe spettato ad An scegliere il candidato della provincia di Lecce, purché fosse uno tra Mantovano, Poli Bortone ed Ugo Lisi. La questione oggi si porrebbe in maniera meno ambigua.

Intanto, proprio Saverio Congedo interviene su una questione legata alla politica regionale, con una nota: "Il ricorso alla giustizia amministrativa del dr. Franco Sanapo, già direttor sanitario della Asl di Lecce, ed ancor più le sue dichiarazioni, sono la conferma di un'occupazione partitocratica della sanità vendoliana fin nei più reconditi interstizi di potere, peraltro, denunciata proprio in questi giorni nel coraggioso libro-verità dell'ex-direttore generale Portaluri. Da queste denunce emerge il quadro di una guerra tra bande che hanno azzannato tutto quel che c'era da azzannare e si stanno scannando su quel poco che resta, mentre dopo quasi quattro anni dall'avvento della nuova èra continua a latitare la programmazione sostitutiva di quella di Fitto".

"I conti - sottolinea Congedo - continuano a piangere, nonostante il salasso fiscale dello scorso anno; i servizi al cittadino continuano a degradarsi a partire dall'allungamento delle liste d'attesa. Sta per cominciare l'ultimo giro di un quinquennio disastroso per la Regione Puglia e resta un fallimento totale per coprire il quale Vendola ricorre ad antichi sistemi dilatori, quali le feste di piazza a spese di Pantalone e la strumentalizzazione di temi certamente accattivanti come quelli relativi alle emissioni".