Politica

Canone doppio per un solo ufficio, la minoranza: “Uno sconcertante spreco di denaro”

In commissione Controllo prima discussione sulla vicenda della sede del settore Tributi: dopo aver venduto quella di via Palumbo, il Comune ha continuato ad occuparla oltre il termine stabilito, pagando anche 10mila euro al mese per il nuovo immobile

LECCE – Il Comune vende un immobile, lo libera tre anni dopo l’aggiudicazione, versa una sorta di indennità di occupazione per poco meno di 400mila euro e per nove mesi paga anche un canone di locazione mensile per una nuova sede, senza ancora aver lasciato la prima.

La vicenda non piace alla minoranza consiliare, che già la scorsa settimana con Paolo Foresio, capogruppo del Pd, ha aperto una discussione. Oggi la questione è stata sviscerata in commissione Controllo durante la quale sono stati ricostruiti i vari passaggi.

L’immobile di via Palumbo, già sede dell’ufficio tributi, è stato venduto per 2,3 milioni di euro nel 2011 con l’impegno di liberarlo entro dieci mesi. Le cose vanno però diversamente fino a quando non si compie il definitivo trasloco in piazza dei Partigiani. Dei 36 mesi intanto trascorsi, gli ultimi nove implicano il fatto che il Comune, abbia pagato l’indennità per la prima sede ancora occupata, 25mila euro al mese, e anche quella per la seconda, 10mila euro, per la quale era stato firmato il contratto di locazione.

“Si tratta davvero di un caso sconcertante di spreco del denaro pubblico che evidenzia una gestione inqualificabile della cosa pubblica” ha commentato il presidente della commissione, Antonio Rotundo, che ha aggiornato la seduta in attesa di acquisire il parere del segretario generale, Vincenzo Specchia, riguardo la congruità dell’indennità e l’assenza di qualsiasi atto di indirizzo politico e amministrativo che giustificasse quella che è stata definita un’operazione “disinvolta”.

Quanto emerso oggi in commissione è andato oltre lo scenario che lo stesso Foresio aveva presentato:  “Non solo lo spreco del doppio affitto, ma anche l'aver occupato di fatto senza uno straccio di contratto, quindi illegittimamente, un immobile che il Comune aveva venduto con il piano delle alienazioni. Tutto questo in maniera discutibile dal punto di vista della condotta morale e politica e probabilmente irregolare dal punto di vista delle procedure giuridico-legali. Quindi, abbiamo deciso di inoltrare tutti gli atti alla Corte dei Conti. Intanto, attendiamo ancora la risposta dell'assessore Monosi, che ha provato a liquidare la pratica sulla stampa un po' troppo velocemente”. 

“Sembra una classica operazione immobiliare nota come Sale & Lease Back (quella di Via Brenta per intenderci) – ha spiegato Carlo Salvemini - : possiedo un bene, lo vendo e monetizzo, continuo a occuparlo pagando un canone. Solo che in questo caso - atti alla mano - non c'è contratto, non c'è atto di indirizzo del consiglio comunale, non c'è valutazione di congruità dell'indennità di occupazione, non c'è parere del collegio dei revisori. Tutto è avvenuto con determine dei dirigenti nel tentativo di regolarizzare un serie di evidenti illegittimità” che ora si intende portare all’attenzione della Corte dei Conti per eventuali responsabilità erariali.

In tutto questo, si lamenta il promotore di Lecce Città Pubblica, l'amministrazione non riesce a trovare una soluzione soddisfacente per il Centro per l'istruzione degli adulti, che la Provincia ha "sfrattato" dal complesso Cnoss dei Salesiani per destinare le aule utilizzate agli studenti di due istituti scolastici con problemi di spazio.


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