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Prose minime a Castrignano de' Greci

CASTRIGNANO DE' GRECI - Simona Cleopazzo e Stefania Zecca, curatrici della collana Prose minime di Collettiva edizioni, presentano un reading poetico con le autrici Roberta Di Seclì, Stefania Ruggieri e Maria Grazia Palazzo.

La poesia di Roberta Di Seclì ("Conosco una madre") è fatta di quotidiano. Ha la freschezza delle gocce di pioggia, il profumo del pane, il colore della terra, ma soprattutto il canto del mare. Ma è una semplicità solo apparente, la sua, perché ogni piccolo verso ci riporta a un pensiero più grande. Uno sguardo di madre che diventa nostro grazie al miracolo della parola condivisa, uno sguardo consapevole della immensa natura.
È una poesia femminista, intesa come desiderio. È una poesia corale, perché grazie a lei parlano tutte le donne della sua vita: madri, sorelle, nonne, amiche. È una poesia che nasce dalla terra del sud, sempre radice e sempre verità.

“Stanza d’anima” di Maria Grazia Palazzo è poesia che innalza, sospende, trafigge. Versi che si confrontano su un piano di verità, che aiutano il mondo a splendere. È una lente di ingrandimento per recuperare segni e suoni che riconnettono all’umano. Spazio-tempo nuovo, che procede dalla vita sospesa, trattenuta, negata. Come da un confine labile tra il dentro e il fuori. Tormento, disincanto, dissidio.
A partire da una percezione della condizione umana, non solo individuale ma collettiva, l’autrice invita a guardare fuori dalle logiche di massificazione, a superare sbandamenti, cadute, a recuperare una bolla invisibile di energia vitale.
Scrive il docente e poeta Elio Coriano nella nota introduttiva: “La poesia vera non fa sconti a nessuno, né a se stessi né agli altri, la poesia vera si immola sull’altare della verità... è un moto a volte centrifugo a volte irradiante, che colpisce che ferisce che può guarire, che frantuma e ricompone, che ti lascia sospeso tra il cielo la terra e l’anima... è carta geografica del dolore e della gioia, mappa di carne e ombra che spesso si combattono”.

La poesia di Stefania Ruggieri ("Ogni possibile preghiera") è scrittura inebriante,
coinvolgente, apparentemente spezzata, sebbene sia priva di simboli di punteggiatura. Abbandona momentaneamente il mutismo per scendere in campo con parole ribelli, refrattarie all’obbedienza, poi si ritrae nuovamente e la penna si piega al
mondo, ne descrive le contraddizioni, l’impotenza umana e lo scetticismo. (nel labirinto di ogni vivere ci tiriamo appresso una giacchetta in sincrono una di quelle che non sbatte l’incarnato spento di tutti i nostri errori).


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