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Martedì, 30 Aprile 2024
Cultura Copertino

Galimberti e il "problema attuale del nichilismo"

Giovedì 7 maggio alle 18.30 il Castello di Copertino ospiterà la conferenza del filososo Umberto Galimberti dal titolo: "Venir meno per esser nulla: il problema attuale del nichilismo"

Continuano gli appuntamenti di Intellégo, la rassegna di conferenze e incontri culturali organizzata dalla Città di Copertino e patrocinato da Unione dei Comuni Union 3, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Università del Salento, Regione Puglia, Provincia di Lecce.

Giovedì 7 maggio alle 18.30 il Castello di Copertino ospiterà la conferenza del filososo Umberto Galimberti dal titolo: "Venir meno per esser nulla: il problema attuale del nichilismo".

In ogni epoca storica la filosofia ha sempre avuto la capacità critica di "abitare" i problemi aperti del proprio tempo, fornendo un contributo rilevante al loro chiarimento critico, alla loro impostazione concettuale e alla loro soluzione.

La tesi di fondo che animerà la conferenza di Umberto Galimberti è che il mondo di oggi, in particolare quello dei giovani di oggi, sia pervaso dal nichilismo e dall'assenza di valori e di senso.

Il nichilismo infatti è quell'"ospite inquietante", ben descritto da Nietzsche a fine Ottocento, che oggi torna ad aggirarsi nella vita dei ragazzi e delle ragazze italiane, cancellando prospettive e orizzonti, intristendone le passioni e fiaccandone l'anima. In un mondo che funziona esclusivamente secondo le leggi della tecnica e del mercato, scrive il filosofo, i giovani si sentono disincantati e sfiduciati, si scoprono disinteressati alla scuola, emotivamente analfabeti, inariditi dentro.

"Solo il mercato sembra interessarsi di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove però - avverte Galimberti - ciò che si consuma è la loro stessa vita, che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa".

Questo stato di disagio fa sì che le famiglie si allarmino mentre risultano inefficaci i rimedi elaborati dalla nostra cultura sia nella versione religiosa, perché "Dio è davvero morto", sia nella versione laica e illuminista, perché non sembra che la Ragione sia oggi il regolatore dei rapporti tra gli uomini. Nel deserto emotivo, creato dal nichilismo, attecchiscono secondo Galimberti i fenomeni di devianza giovanile noti alle cronache: il bullismo nelle scuole, le violenze degli ultrà negli stadi, l'ecstasy e le altre droghe nelle discoteche, i sassi gettati dal cavalcavia delle autostrade, sino ai gesti più estremi di terrorismo politico, di omicidio e di suicidio.
Ma come uscire da questo cupo scenario che è per Galimberti innanzi tutto un problema culturale e non psicologico e sociale? Come andare oltre il nichilismo?.

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