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Martedì, 30 Aprile 2024
Cinema

Salento, è derby da Oscar: Winspeare e Ozpetek nella lista per andare a Los Angeles

"In grazia di Dio" e "Allacciate le cinture" sono tra i sette titoli iscritti alla selezione, in programma il 24 settembre, per concorrere come miglior film in lingua non inglese. Lo scorso anno il riconoscimento è andato a "La grande bellezza"

LECCE – Comunque vada, una soddisfazione storica. “In grazia di Dio”, l’ultimo film del regista salentino Edoardo Winspeare è tra i sette titoli che si sono iscritti al bando, chiuso proprio oggi, dell’Associazione nazionale industrie cinematografiche, audiovisive e multimediali (Anica) per rappresentare l’Italia alla prossima edizione degli Oscar, in programma a Los Angeles il 22 febbraio prossimo, nella categoria miglior film in lingua non inglese – lo scorso anno vinta da La grande bellezza di Paolo Sorrentino - e in tutte le altre per le quali ricorrono i requisiti. Il 24 settembre la Commissione di selezione, formata da nove componente, tra cui Gabriele Salvatores e Gianni Amelio, si esprimerà sulla designazione definitiva.

In corsa,  oltre al film di Winspeare, ci sono Anime nere di Francesco Munzi, il Capitale umano di Paolo Virzì, Le meraviglie di Alice Rohrwacher, Song’e Napule dei Manetti Brothers, Sotto una buona stella di Carlo Verdone e Allacciate le cinture di Ferzan Ozpetek, girato a Lecce: una sorta di derby cinematografico sullo sfondo del Salento. La lista è stata diffusa nel pomeriggio. Raggiunto telefonicamente, Alessandro Valenti (nella foto), che ha curato soggetto e sceneggiatura, non ne era ancora al corrente: “Non ci posso credere, che mi stai dicendo?” ha risposto con tono a dir poco incredulo.

valenti-2E’ stato necessario leggere le agenzie di stampa per convincerlo che non si trattava di uno scherzo: “E’ la dimostrazione di come rifacendosi alla scuola del neorealismo italiano si possa raccontare questo paese, la sua quotidianità e non con l’ossessione per il plot. E’ importante, per me, riuscire a narrare l’immaginario: quello italiano è profondamente legato alla dimensione locale, lo diceva già Leopardi. Non possiamo fare cinema metropolitano, non perché non ne siamo capaci ma per il semplice fatto che l’Italia è tutta una grande periferia”.

Da parte sua Winspeare ha ricordato la nascita dal basso della pellicola: “Il mio film, produttivamente nato come una sfida adottando addirittura il ‘baratto’, coinvolgendo in modo straordinario il territorio e un’intera comunità, parte da un piccolo luogo dell’Italia, per andare forse lontano Oltreoceano”. "In grazia di Dio", sin dalla sua uscita in sala, ha ricevuto consensi di critica e di pubblico, ma anche numerosi premi e riconoscimenti, a partire dal festival di Berlino.

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