Economia

Gasdotto Tap, Legambiente apre al progetto: "Ma solo con la concertazione"

L'associazione ambientalista non chiude all'opera a patto che se ne discuta col territorio: "Può rappresentare una soluzione di efficienza energetica". Dal sindaco di Melendugno ed Alternativa Comunista "no" senza appello

@TM News/Infophoto

MELENDUGNO - Una posizione sorprendente, destinata a far discutere e a rinnovare un dibattito che è già caldo (e non per le temperature estive). Legambiente Puglia non si dice totalmente contraria al progetto del gasdotto Tap nel Salento, che, com'è detto, sembra la via preferenziale per il trasporto delle risorse energetiche nell'Europa e per liberare quest'ultima dall'egemonia energetica di Russia ed Ucraina.

Gli ambientalisti regionali, infatti, "aprono" all'infrastruttura, pur chiedendo che tutto venga concordato coi territori. Un "passo" indietro che sembra confermare ulteriormente la sensazione di chi teme, che, al di là del parere delle comunità locali ampiamente contrarie al gasdotto, le decisioni siano state già prese altrove e contro il disegno di un Salento, pedina geopolitica, ci sia ben poco da fare, se non "limitare i danni".

"Premesso che il progetto del gasdotto Tap deve ancora dare risposta ad alcune questioni ambientali aperte nella procedura di Via - scrivono Francesco Tarantini e Maurizio Manna, presidente e direttore di Legambiente Puglia -, e che vigileremo rispetto alla soluzione proposta nell'arrivo sulla costa pugliese dell'infrastruttura interrata, riteniamo che lo scenario energetico italiano debba essere incentrato sulle fonti rinnovabili e sulla efficienza energetica".

"Dunque - proseguono -, in un processo di transizione verso questo scenario, dove il gas è la più efficiente delle fonti fossili, il gasdotto di Tap può essere una delle risposte per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti poiché utilizza giacimenti presenti in Azerbaijan non gestiti dalla compagnia russa Gazprom. In questo modo si potrebbero evitare i soliti ricatti nei mesi invernali grazie a una eventuale concorrenza nell'offerta, importante per abbassare i costi della bolletta".

"È opportuno però - aggiungono - che la Regione definisca un progetto territoriale affinché il gasdotto permetta davvero di creare opportunità per il territorio in termini di risparmio energetico ed efficienza, dando così anche seguito al processo di riconversione delle centrali a carbone esistenti in Puglia. Tutto ciò senza dimenticare la necessaria concertazione con il territorio che dovrebbe ospitare il progetto".

Il no al gasdotto senza se e senza ma viene ribadito da una lettera ai cittadini del sindaco di Melendugno, Marco Potì, che sottolinea "forti elementi di incompatibilità dell'opera con la vocazione agricola e turistica del nostro amato territorio". Il primo cittadino ricorda che questa posizione è stata rimarcata da due delibere differenti e dalle diverse amministrazioni, dimostrando l'unanimità di pensiero sulla questione. Potì ribadisce che il Comune di Melendugno continuerà a contrastare il progetto Tap, nella convinzione che il territorio vada difeso da progetti difformi alla sua natura.  

Un altro "no" arriva da Alternativa comunista Puglia che si dice nettamente contraria al gassificatore sulle coste di Melendugno, schierandosi a fianco dei Comitati locali di lotta da mesi in campo contro questo progetto: "Riteniamo che questa opera faraonica - spiega Michele Rizzi - che nell'intento del capitalismo internazionale deve unire l'Azerbaijan all'Italia, produca esclusivamente profitto per pochi e potenziali disastri ambientali e marittimi per la costa salentina".

"Noi, al contrario delle altre forze politiche regionali che nicchiano come Sel di Vendola - aggiunge -, sono apertamente favorevoli come il Pdl e possibilisti come il Pd, ci dichiariamo apertamente contrari. La nostra opposizione totale, sia al gasdotto che alle trivellazioni per la ricerca del petrolio, continuerà al fianco dei Comitati locali per impedire questo ennesimo scempio del territorio pugliese".


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