Economia

G8 a Lecce, commercianti divisi. Già si parla di danni

C'è chi ha paura di una chiusura di due giorni e già si sta organizzando per un eventuale risarcimento e chi teme disordini. Ma non mancano negozianti intorno al Castello favorevoli a questo evento

Il Castello di Carlo V, sede prescelta per il summit dei G8.

Improvvisa e quasi inattesa è giunta in questi giorni la notizia che il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti ha scelto Lecce come sede per il prossimo summit dei G8 che verterà sul tema finanziario e vedrà riuniti il 12 e 13 giugno, presso il Castello Carlo V, i responsabili dell'Economia degli otto grandi Paesi del mondo. Un evento di rilievo per la città, che ospiterà alcune fra le più importanti personalità della scena politica mondiale; ma ciò potrebbe comportare anche qualche rischio. E sono proprio questi rischi che sembrano spaventare i leccesi, fieri che la propria città - come ha detto anche il sindaco Paolo Perrone - diventi "città del mondo", ma anche preoccupati per i disagi e i disordini che potrebbero verificarsi, come accaduto altrove, in concomitanza di questo evento.

In particolare il malcontento dilaga tra i commercianti della zona intorno al Castello Carlo V, che non vogliono rischiare che anche il G8 pesi sui bilanci delle proprie attività, già in bilico a causa della crisi economica che l'Italia sta vivendo. Abbiamo ascoltato qualche responsabile di attività commerciali di vario genere, site intorno alla sede prescelta per il summit, e le opinioni, come al solito, sono sempre contrastanti tra loro.

Ci sono alcuni esercenti davvero arrabbiati e che non vedevano l'ora di potersi sfogare e di poter far sentire la loro voce, come il proprietario di una gelateria adiacente al Castello, che così ha reagito al solo sentir nominare il G8. "Il G8? Non siamo contrari… di più. Non si può fare in un centro così piccolo una manifestazione del genere, avrebbero potuto organizzarla in periferia. A causa dei disordini che questo summit porterà, tutti noi commercianti saremo costretti a chiudere per due giorni, un venerdì e un sabato tra l'altro, lasciando i nostri impiegati a casa, senza giornata. Inoltre - ha continuato - hanno organizzato la manifestazione proprio per giugno, in piena stagione: le nostre attività commerciali saranno molto penalizzate e non vogliamo accettarlo, perciò abbiamo intenzione di organizzare un comitato e chiedere il risarcimento dei danni subiti. Non bastava la crisi, non bastavano le strade chiuse al traffico, ora anche il G8".

Abbiamo trovato un commerciante arrabbiato e un po' rassegnato anche bussando alla porta di un negozio di sartoria della zona. "Considerato tutto quello che si è sentito in televisione, io ho paura dei disordini che questo summit porterà, quindi sono irremovibilmente contrario. In più noi commercianti del centro storico siamo sempre quelli più penalizzati, perché quando devono organizzare qualcosa lo fanno sempre in questa zona, non pensando agli interessi delle nostre attività. Inoltre ho avuto modo di vedere in tv quello che è successo in questi giorni in Inghilterra per il G20: come al solito vetrine rotte, auto sfasciate, disordini…è proprio questo che mi spaventa".

Alla domanda se abbia saputo che altri commercianti stanno organizzando un comitato per chiedere il risarcimento dei danni comportati da un'eventuale chiusura delle attività, risponde: "Si, ne sono al corrente, ma io sono molto più realista e disilluso dei miei colleghi, magari novellini, che sperano ancora di ottenere qualcosa. Sono un commerciante da più di trent'anni e la mia esperienza mi ha insegnato a non crederci più: non se ne fregano niente di noi, lo fanno e basta, senza pensarci minimamente. Ricordo che qualche tempo fa, quando chiusero piazzetta Castromediano per ristrutturazione, ostacolarono il lavoro di molti esercizi commerciali, alcuni dei quali non riuscirono più a rimettersi in carreggiata e furono costretti a cessare la propria attività. Se le loro richieste di risarcimento non furono accolte e soddisfatte, figuriamoci se risarciscono noi per due giorni di chiusura. Il problema è che, come al solito, siamo a costretti a subire le decisioni dei nostri amministratori".

C'è anche, chi è arrabbiato per il mancato coinvolgimento dei commercianti nell'organizzazione dell'evento. E' questo il caso della proprietaria di una negozio di telefonia, che risponde così alle domande da noi poste:"L'abbiamo saputo dai giornali e già questo non va bene: noi commercianti non siamo stati per niente coinvolti in questa decisione. A cose fatte non possiamo far altro che sperare in una buona organizzazione, che possa limitare i disordini e le difficoltà che questo genere di eventi portano, come è successo nelle altre città; anche se credo che il ministro Tremonti abbia scelto Lecce proprio perché è una città piccola e tranquilla, più semplice da controllare. E se per sicurezza saremo costretti a chiudere, chiuderemo senza problemi: l'importante è che tutto sia organizzato nel migliore dei modi e nella massima sicurezza per tutti".

Entrando in un negozio di pelletteria, poi, abbiamo parlato con una commerciante quasi disarmata di fronte all'eventualità di chiudere per due giorni il suo negozio, che in questo periodo sembra non riuscire proprio a fronteggiare la crisi economica."L'abbiamo appreso dai giornali e non sappiamo davvero come comportarci. Sicuramente ci organizzeremo con gli altri e in quei giorni chiuderemo, per motivi di sicurezza, però non ci voleva proprio. In questo periodo di crisi, in cui il negozio è sempre vuoto, in cui neanche la Pasqua che è alle porte riesce a portarci qualche cliente, chiudere per due giorni pesa molto sul bilancio dell'attività".

Ma non per tutti l'eventuale chiusura arrecherebbe danni. Ci sono alcune attività che non ne risentirebbero affatto e che, quindi, riescono a vedere solo il lato positivo della medaglia. "Noi siamo un'agenzia di viaggi e per come è organizzato il nostro lavoro, per noi non è rilevante chiudere un venerdì e un sabato: si lavora soprattutto ad inizio e metà settimana, perciò chiudere ci è indifferente. E poi si tratta di un evento importante, che potrà dare lustro alla nostra Lecce".

Tra un'intervista ed un'altra, però, abbiamo trovato anche commercianti contenti di ospitare il G8 nella loro città e convinti che per un evento di tanta importanza valga anche la pena chiudere per due giorni. "Sarà una bella occasione per Lecce di essere conosciuti in tutto il mondo. Sicuramente chiuderemo per sicurezza, ma non si possono neanche chiedere risarcimenti per questo: si tratta di una manifestazione importante. Noi commercianti di questa zona siamo abituati a chiudere in occasione di convegni importanti e eventi come questo. La mia unica speranza è quella che non si verifichino disordini in giro per Lecce, come accade di solito in concomitanza a questo summit". E ancora: "E' sempre un movimento, perciò va bene. Che esso sia positivo o negativo non possiamo ancora dirlo: staremo a vedere. Non è detto che debbano per forza esserci disordini e disagi…e poi, per lo meno si muove qualcosa qui a Lecce".

C'è poi il proprietario di un negozio agricolo che non solo si dichiara favorevole all'evento, ma chiede di lanciare un "rimprovero" ai suoi colleghi: "Io sono d'accordo. Sono contento che facciano il G8 qui a Lecce e mi dispiace che i miei colleghi stiano creando problemi: se ovunque facessero così, quale città potrebbe mai ospitare un summit così importante? Dobbiamo anche imparare a guardare un po' oltre i nostri interessi e sentirci tutti parte di un unico Paese". E, ovviamente, non manca neanche chi reagisce con un sorriso e un po' di ironia: "Non sono per niente preoccupato perché credo che qui a Lecce non ci saranno disordini. Inoltre sento i miei colleghi lamentarsi per una possibile chiusura delle attività per i due giorni in cui ospiteremo il G8: io non ho alcun problema - sdrammatizza il proprietario - se si dovrà chiudere ben venga, mi farò due giorni di ferie".