Economia

Economia in crisi, Uil lancia l'allarme: "A dicembre 5mila e 500 posti in meno"

Il segretario provinciale Giannetto parla di "bomba ad orologeria già innescata". E critica l'atteggiamento della politica: "Basta dichiarazioni solo quando le marce arrivano in prefetture, si chiedano interventi al governo"

Lavoratori in protesta davanti alla prefettura.

 

LECCE – Economia e lavoro, la Uil lancia un grido d’allarme: entro la fine di dicembre, ci saranno 5mila e 500 posti di lavoro in meno. La preoccupazione nasce dalla lettura dei dati dell’Inps, elaborati dall’ufficio studi del sindacato, secondo il quale emerge uno spaccato da codice rosso: in provincia di Lecce, rispetto ad agosto di un anno addietro, il ricorso alla cassa integrazione ha subìto un calo del 71,5 per cento, passando da un totale di 273mila e 189 ore autorizzate nel 2011 a 77mila e 888 nello stesso mese di quest’anno.

In cifre, la cassa in deroga, rappresenta il 77,3 per cento delle ore complessivamente autorizzate nel mese. Incidenza che, a livello regionale, è pari al 78,6. In particolare, le ore di Cig in deroga nella provincia di Lecce sono passate da 179mila e 589 a 60 mila 208 (con una flessione del 66,5 per cento rispetto ad agosto 2011); la Cig straordinaria, da 93mila e 600 a 17mila e 680 (il calo si attesta all’81,1 per cento).

“E’ un calo dovuto all’ormai inesorabile avanzamento del fenomeno della chiusura delle nostre aziende e all'esaurimento, nella gran parte di esse, degli ammortizzatori sociali – spiega il segretario provinciale Uil, Salvatore Giannetto – Ne è prova il fatto che, da dicembre, altri 5mila e 500 lavoratori salentini resteranno senza assegno: andranno infatti a esaurimento gli ammortizzatori sociali per 700 operai dell’Adelchi e per altri mille della Filanto. In scadenza – ricorda ancora Giannetto -, c'è poi la cassa integrazione in deroga per 230 operai della Romano, per altri 2mila e 500 dipendenti delle piccole imprese del manifatturiero, per altri mille del settore meccanico. E non dimentichiamoci – conclude - che dal 2001 ad oggi, nel Salento sono scomparsi complessivamente ben 12mila posti di lavoro solo nel tessile, abbigliamento e calzaturiero”.

Anche rispetto al luglio scorso, le ore di Cig complessivamente autorizzate nel mese di agosto, secondo la Uil, hanno registrato un calo: da 2 milioni 821mila e 562 a 77mila e 888 (-97,2 per cento). In particolare, la Cig ordinaria è passata da 324mila e 131 ore autorizzate a luglio 2012 a zero in agosto; si è registrato invece un aumento del ricorso alla Cig straordinaria, che da 2mila e 528 ore autorizzate a luglio è passata a 17mila e 680 ore autorizzate in agosto (+599,4 per cento); per la Cig in deroga, sempre un calo: da 2 milioni 494mila e 903 a 60mila e 208 (-97,2 per cento).

“Sulla base di questi dati – osserva Giannetto - non sono più rinviabili politiche, sostenute da adeguate risorse pubbliche, mirate alla crescita e alla buona occupazione: ridurre le tasse per lavoratori dipendenti e pensionati, contenere i costi della politica, garantire anche nel 2013 sufficienti risorse per gli ammortizzatori sociali, riaprire i canali del credito per le piccole e medie imprese, indirizzare le risorse nazionali ed europee verso il Sud per rafforzare in particolare il settore manifatturiero, l’agricoltura, il turismo, il nuovo settore delle energie”.

“Nel Salento la situazione è allarmante – prosegue -: le proteste dei dipendenti della ex Manifattura Tabacchi e della Omfesa, in questi primi giorni di settembre, non sono nulla rispetto agli effetti che potrebbe provocare l'esplosione di questa bomba ad orologeria già innescata. Sarebbe opportuno che la politica e le istituzioni locali, anziché rilasciare dichiarazioni soltanto quando le vertenze arrivano sotto la Prefettura, si muovessero e chiedessero al Governo interventi strutturali a sostegno della nostra economia”.

“Si pone ormai – conclude  - anche il tema di come si potrà garantire, dal prossimo anno, una quota di reddito aggiuntiva a queste migliaia di lavoratori che potrebbero essere impegnate in attività utili alla collettività, collegate ad un reale processo di riqualificazione professionale”.


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