Occupazione: i contratti a tempo indeterminato aumentano, ma col freno tirato
Nel 2015, in provincia di Lecce, numero degli occupati in crescita dell'1,4 per cento. Confartigianato Imprese molto prudente: "Servono azioni di sistema"
LECCE – Il 45,9 per cento del 2008 è ancora lontano, ma rispetto al 2014 l’occupazione in provincia di Lecce è cresciuta dell’1,4 per cento nel 2015, attestandosi al 43 per cento. Secondo un’elaborazione del Centro studi Confartigianato Imprese Puglia, sulla base di dati Istat e Inps, gli occupati nel 2015 sono 224mila 643 a fronte dei 217mila 945 nell'anno precedente.
In tutta la Puglia, come tutto il paese, aumentano i contratti a tempo indeterminato, diminuiscono quelli a termine e in apprendistato. In Puglia gli occupati sono ora un milione e 171mila (27mila in più sul 2014), pari al 43,3 per cento. Il saldo tra assunzioni e cessazioni è positivo per 31mila 545 unità.
La performance regionale in termini di assunzioni a tempo indeterminato è però la penultima del panorama nazionale: se la Puglia ha registrato un incremento del 23,6 per cento, solo la Sicilia ha fatto peggio con un aumento del 13,6 per cento. Al vertice c’è il Friuli Venezia Giulia con un più 109, 7 per cento, seguita da Umbria, Piemonte, Marche, Emilia Romagna e Veneto. La regione del Mezzogiorno che ha fatto meglio è la Sardegna con il 47,2 per cento. L’incremento medio nazionale è del 46 per cento.
“Ciò premesso – continua Sgherza – per consolidare il positivo saldo occupazionale sul lungo periodo non possiamo prescindere da tutta una serie di sempre più urgenti azioni di sistema. Occorre migliorare sostanzialmente la normativa fiscale, garantire un agevole accesso al credito, innescare la ripresa dei consumi interni. Bisogna, in altri termini, non solo incentivare le imprese ad assumere – conclude Sgherza – ma metterle anche nelle condizioni di creare nuovi posti di lavoro”.