Cantieri nel limbo della burocrazia. Operai edili lanciano l’sos alle istituzioni
Riuniti in assemblea presso la cassa edile i lavoratori del gruppo Palumbo ricostruiscono l'assurda vicenda delle infrastrutture finanziate, consegnate ma ferme: "Non abbiamo di che vivere". I sindacati: "Tenuta sociale a rischio"
LECCE – Hanno vissuto di speranza, gli operai edili del gruppo Palumbo. E ora mancano persino i soldi per il pane, i libri scolastici dei figli, la benzina. La loro storia lavorativa è un paradosso tutto italiano: il gruppo edile si è aggiudicato due appalti milionari (totale di 120 milioni di euro) per la cantierizzazione della strada regionale 8 ed il raddoppio della statale 16 che collega Maglie ad Otranto. Opere già consegnate, per le quali si sono superati i principali intoppi burocratici – impresa non semplice – ma i lavori non partono. Ed i 250 operai rimangono a casa propria, a vivacchiare di cassa integrazione in deroga.
Nel caso della strada regionale 8, deputata a collegare Lecce con San Foca, il governo di via Capruzzi ha sborsato 60 milioni di euro per la sua realizzazione e contemporaneamente, da quattro anni, continua a elargire il sussidio regionale. Soldi pubblici, neanche a dirlo, elargiti con molte incertezze fino alla fine dell’anno. Poi rimane il nulla, lo spettro delle procedure di mobilità e di licenziamento.
Se per quest’opera le ruspe si sono fermate dopo appena una settimana (manca ancora l’autorizzazione paesaggistica), lo stato dell’arte dei lavori della statale 16 sembra non interessare quasi a nessuno. Dopo un’estenuante battaglia – i sindacati sono riusciti a far sedere intorno ad uno stesso tavolo tutti gli enti interessati, per arrivare al dunque – il cantiere è partito solo per il primo tratto. Tre chilometri sino a Palmariggi, che hanno regalato una tregua ad appena un decimo della forza lavoro disponibile. I chilometri finali sono interessati dalla presenza di ulivi monumentali per cui è prevista la procedura di espianto e reimpianto, ma il problema appare insormontabile. Al punto che nessuno sa dire come, e quando, proseguirà il cantiere.
Di sicuro, però, non manca il lavoro per il gruppo Palumbo che si è aggiudicato anche la realizzazione dei due sottopassi nei comuni di San Cesario e Sternatia, appaltati dalla Provincia. Anche in quest’ultimo caso, è tutto fermo.
L’esasperazione dei lavoratori, rimandati di tavolo in tavolo, rimbalzati da una promessa all’altra, è comprensibile. E quando riuniti in assemblea presso la cassa edile di Lecce promettono di non mollare la presa e proseguire con la protesta “ad oltranza”, c’è da credergli. I loro interessi non viaggiano più braccetto con quelli dell’impresa: “Se gli interessi dell’azienda continuano a maturare anche dopo la consegna dei lavori, gli operai hanno tutto da perdere”, puntualizza Piero Stefanizzi della Cisl.
Gli operai edili rappresentano sono una piccola fetta dei cassintegrati pugliesi per i quali il sussidio regionale è agli sgoccioli. Bisognava tornare a parlare di lavoro, in una visione strategica segmentata su vari settori produttivi, ma il tavolo del 26 novembre fissato dalla vicepresidente regionale Loredana Capone è stato rimandato “a data da destinarsi”.
I referenti sindacali non sono chiaramente in grado di offrire risposte all’urgenza di lavoro che proviene da ogni parte. “Anche nel caso di infrastrutture finanziate e consegnate, basta una virgola per rispedire la forza lavoro a casa”, aggiunge Salvatore Giannetto della Uil. I tavoli e le dichiarazioni d’intenti non bastano più. Anzi, secondo Salvatore Arnesano di Cgil, “questo fiume di parole sta facendo perdere credibilità a tutti”. Come a dire che se la crisi economica non risparmia nessuno, il Salento si tira la zappa sui piedi in modo eccezionale.