Cucina

Delizie pasquali, "Cuddhura" e "Puddhrica"

Stiamo vivendo la Settimana Santa molto sentita dai salentini che per tutto il periodo della Quaresima osservano, meglio osservavano, un religioso digiuno dalle carni, dalle uova e dai formaggi

Foto Maya Ciraci

 

Stiamo vivendo la Settimana Santa molto sentita dai salentini che per tutto il periodo della Quaresima osservano, meglio osservavano, un religioso digiuno dalle carni, dalle uova e dai formaggi. Con questa ricetta vi auguriamo Buona Pasqua.

Ingredienti per la versione salata:

500 g di farina 00 (o semola di grano duro o mista)

½ cubetto di lievito di birra

1 piccolo pugnetto di sale fino

pepe (facoltativo)

olio extravergine di oliva

poca acqua

6/7 uova sode

Preparazione:

versate la farina sulla spianatoia ed aprite a fontana, ad un angolino tenete da parte il sale. Versate al centro il lievito sciolto in poca acqua ed iniziate ad impastare aggiungendo man mano l’olio e prendendo in questa fase anche il sale e il pepe. Occorre impastare molto a lungo fino a quando compariranno delle bolle. Lasciate lievitare al caldo ben coperto per almeno 2/3 ore. Riprendete l’impasto e preparate le forme desiderate, ponete le uova con tutto il guscio e fermatele con delle strisce di pasta. Infornate a 200 °C per circa 30’.

Ingredienti per la versione dolce:

500 g di farina 00

200 g di strutto

200 g di zucchero

½ bustina di lievito per dolci

4/5 tuorli

un pizzico di sale

6/7 uova sode

Preparazione:

procedete come per una normale pasta frolla: versate la farina con lo zucchero, il sale ed il lievito. Al centro prima lo strutto da pizzicare nella farina e di seguito i tuorli necessari ad ottenere un impasto morbido ed omogeneo. Coprite con pellicola e lasciate riposare in frigorifero almeno 30’.

Riprendete e date alla pasta le forme prescelte, sempre con le uova sode da chiudere con strisce di pasta. Forno 180 °C per circa 30’ e comunque fino a leggera doratura.

 

Vino consigliato per la versione salata: Verdeca del Salento Igt

Vino consigliato per la versione dolce: Moscato di Trani

Varianti: in passato nella versione rustica si poteva aggiungere della cipolla tritata ed in quella dolce gherigli di noce. Oggi troviamo anche quelle preparate con la pasta brioche, morbida, dolce e con le uova senza guscio.

Curiosità: Cuddhura  deriva dal greco Kollura “pane pasquale” nome usato nei paesi della Grecìa Salentina, Puddhrica dal latino Polluceo “pane che si offre”.

Era il pane preparato per il Sabato Santo e rappresentava la fine del digiuno osservato per tutta la Quaresima da carni, uova e formaggi. Tanti anni fa, in questo periodo, i macellai chiudevano bottega per poi riaprirla con agnelli e capretti, turcinieddhri ,‘mboti e capuzzeddhre da preparare per il ricco pranzo di Pasqua.

Particolari erano le forme date a questo pane come panieri, bamboline, stelle, campane,  galletti, cuori o semplicemente a ciambella, ma tutte avevano in comune le uova sode sempre di numero dispari. Un solo uovo sulla bambolina simbolo di fertilità e due sul galletto simbolo di virilità.

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