“Street food”, l'ambulante si difende: “Non ho mai corrotto il vigile urbano”
Durante l'interrogatorio ha negato le accuse Giuseppe Gallucci, di Copertino. Fa scena muta, invece, l'amico maresciallo Roberto Pellone, di Gallipoli
LECCE - Ha rigettato le accuse davanti al giudice che l'ha arrestato. Giuseppe Gallucci, 58 anni, di Copertino, personaggio chiave dell'inchiesta “Street food” che lo vede artefice di abusi finalizzati a mantere il monopolio nel commercio di panini e bibite a Gallipoli, ha risposto a tutte le domande del gip Carlo Cazzella.
Lo ha fatto in mattinata alla presenza dell'avvocato difensore Mario Ciardo, spiegando di non aver corrotto il vigile urbano Roberto Pellone con una Fiat 600, poiché l'auto era stata scambiata con una 500, producendo documenti che lo proverebbero. Inoltre, Gallucci per dimostrare che dal maresciallo amico non avrebbe mai ricevuto favori ha esibito le multe ricevute in passato. Insomma, a detta dell'indagato il suo unico obiettivo era che venissero perseguiti gli abusivi e che le licenze venissero concesse a chi i requisiti li aveva realmente.
Si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere il maresciallo Pellone (difeso dall'avvocato Fabrizio Ferilli) e Giacomo Fiorita, 25 anni, di Copertino.