Cronaca

La difesa di Lucio: “Uccise Noemi per impeto. Non ci fu premeditazione”

Per il l 18enne di Montesardo, imputato nel processo per l’assassinio dell’ex fidanzata, è stata chiesta una nuova perizia psichiatrica

LECCE - “Non fu un delitto premeditato. Lucio agì per impeto”, è su questo che ha battuto la difesa di Lucio, il 18enne di Montesardo (frazione di Alessano) al banco degli imputati per aver ucciso il 3 settembre di un anno fa la ex fidanzata Noemi Durini che di anni ne aveva 16. Il legale del ragazzo, l’avvocato Luigi Rella, ha chiesto, oltre all’esclusione delle aggravante contestata (insieme a quella di aver agito per abietti o futili motivi) e “l’alleggerimento” del reato di soppressione di cadavere in occultamento, una nuova perizia psichiatrica perché quel gesto sarebbe stato provocato dalle forti tensioni maturate in ambito familiare.

Se tutte queste istanze dovessero essere accolte dal giudice del tribunale per i minorenni Aristodemo Ingusci, dinanzi al quale si è aperto ieri il processo con rito abbreviato, scenderebbe la pena così come è stata invocata dall’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Anna Carbonara. Stando ai calcoli del magistrato, Lucio dovrebbe essere condannato a 18 anni di reclusione: partendo da 25 anni come pena base, ritenute equivalenti l’aggravante della premeditazione e l’attenuante della minore età, si arriva a 27 per la soppressione del cadavere e per il porto d’armi, ai quali si applica la riduzione di un terzo della pena prevista dal rito abbreviato.

Non resta che attendere domani per la decisione del gup.


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