Cronaca

Calcio scommesse: ombre su Lecce-Lazio, no comment in via Templari

I dirigenti del club salentino scelgono la linea del silenzio, di fronte al vortice di indiscrezioni. Le ombre sulla gara, gettate da Gervasoni e Zamperini. Ma gli investigatori dovranno svolgere i dovuti riscontri

Linea del silenzio. L'amministratore delegato del Lecce, Renato Cipollini.

 

LECCE – Il giorno dopo il polverone sollevato dalle nuove rivelazioni degli indagati nella scottante vicenda del calcio scommesse, da via Templari non arriva un secco no comment sul polverone sollevatosi. Le voci si rincorrono, e sono diverse anche le nuove gare, comprese altre di serie A, sulle quali sono puntati gli occhi degli inquirenti. Fra queste, Lecce-Lazio, ultima dello scorso campionato, terminata 4-2 per gli ospiti e della quale si era già parlato fin dalle prime ore del blitz che il 19 dicembre scorso ha condotto all’arresto di diciassette persone, compresi diversi calciatori. Quel giorno erano già spuntate voci su un altro incontro dei salentini, Brescia-Lecce.  

Quella fra Lecce e Lazio fu la classica sfida di fine stagione, arbitrata da Gianluca Rocchi di Firenze e terminata con un risultato scoppiettante. I salentini allenati da mister Gigi De Canio (che aveva ormai già formalizzato il suo polemico addio) erano ormai salvi, mentre i biancocelesti di Edi Reja, in virtù della vittoria in trasferta, approdarono in Europa League, vedendo però contemporaneamente sfumare la possibilità di afferrare la Champions per i capelli. La Lazio passò in vantaggio al 7° con Zarate, ma il Lecce giunse al pari al 33° con Coppola; appena due minuti più tardi, ancora un gol di Zarate per la squadra capitolina, che però non riuscì a chiudere la prima frazione in vantaggio, per via della rete di Piatti a quattro minuti dal termine. Nella ripresa, la terza firma personale di Zarate sul match, ma questa volta dal dischetto, e un’autorete di Vives, portarono a quattro le marcature per la Lazio.

Ora, su questa partita, spentisi da tempo i riflettori del Via del Mare, si sono accesi quelli della Procura di Cremona, che sta indagando su un presunto giro di scommesse clandestine di portata internazionale.  “Non esiste motivo per commentare quelle che sono soltanto delle indiscrezioni. Si tratta di voci e situazioni non confermate”, hanno dichiarato a tal proposito i dirigenti del club salentino, dopo essere stati contattati dall’Ansa. Insomma, la linea societaria continua ad essere improntata verso il silenzio, in attesa di sviluppi. Anche perché è impossibile, per ora, verificare l’attendibilità delle affermazioni di alcuni fra i principali indagati.

Fra questi, spicca il nome di Carlo Gervasoni, calciatore del Piacenza, che è stato sottoposto, come riferisce sempre l’Ansa, ad un interminabile interrogatorio di sei ore, nel corso delle quali ha dovuto rispondere ad una raffica di domande poste dal procuratore di Cremona, Roberto di Martino. E nell'elenco delle gare “truccate”, a suo dire una decina, vi sarebbero anche tre di serie A: Palermo-Bari 2-1, Lazio-Genoa 4-2 e proprio Lecce-Lazio 2-4. Ora, si attendono i dovuti riscontri degli investigatori.

Su quella gara, ad ogni modo, non ci sono soltanto le parole di Gervasoni, ma anche di un altro calciatore, che ha militato fra serie B e Lega Pro: Alessandro Zamperini. Proprio a suo carico, nell’ordinanza di arresto, il gip del Tribunale di Cremona, Guido Salvini, aveva scritto che l’aver sostato in un hotel di Lecce, l’Hilton Garden, dove avrebbero alloggiato di lì a poco i giocatori del Lecce, sarebbe una circostanza non casuale, ma dettata da “evidenti finalità corruttive”. E se in un primo momento, riporta l’Ansa, Zamperini aveva spiegato di essere stato nel capoluogo salentino, dopo invito di un amico, soltanto per assistere alla gara dagli spalti, successivamente avrebbe riconosciuto un tentativo di contatto. Non avrebbe però saputo rispondere sul motivo per cui, nello stesso hotel, in quei giorni, vi sarebbe stato anche Hristyian Ilievski, macedone, uno dei personaggi di spicco dei cosiddetti “zingari”, gli scommettitori dell'Est, che avrebbero a loro volta fatto riferimento diretto ai leader della presunta organizzazione, di stanza a Singapore.  


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