Emergenza sbarchi: altri due gruppi di migranti raggiungono le coste salentine
Sono due gli sbarchi nelle ultime ore. Il primo gruppo, composto da 34 cittadini di nazionalità somala a siriana, è stato rintracciato nelle campagne di Castro. Altri 30 siriani, invece, sono stati soccorsi al largo della marina di Tricase. Tra loro, anche una bambina
CASTRO – Rintracciati. Sbarcati. Approdati. E' l'inflazione mediatica che non fa più notizia. Tanto da non guadagnarsi neppure rilevanza tipografica sulle testate nazionali, come invece avviene per il Canale di Sicilia. Sono due i gruppi giunti sulle coste salentine nella notte, dopo l’ennesima, disperata traversata in mare. I primi 34 cittadini stranieri sono stati fermati a Castro, poco prima dall’alba, nei pressi della strada che congiunge a Vignacastrisi. Si tratta di 17 uomini nel primo gruppo, tre nel secondo, un totale di tre donne e una bambina. Non vi è traccia, almeno al momento, del natante utilizzato per raggiungere il primo approdo dello Stivale.
Poco dopo, un potente gommone, lungo 8 metri e dotato di due motori fuoribordo, è stato invece avvistato al largo della marina di Tricase. A raggiungere il'imbarcazione, il pattugliatore del Reparto operativo aeronavale di Bari competente per la sorveglianza delle coste pugliesi e del Gruppo aeronavale di Taranto, che svolge le funzioni di Centro di coordinamento locale Frontex per l’operazione “Triton 2015”: i militari hanno intercettato il mezzo che si dirigeva verso le coste leccesi. Lo scafo viaggiava a luci spente e a forte velocità ed è stato rintracciato dai radar della guardia di finanza.
A bordo, un’altra trentina di cittadini di nazionalità siriana. I migranti sono stati soccorsi e scortati verso il litorale del Tacco, per essere rifocillati e sottoposti ad eventuali cure mediche. Sul posto, oltre ai militari della guardia di finanza della Città dei Martiri, anche i carabinieri della compagnia di Tricase e gli agenti del commissariato idruntino.
La costa è stata raggiunta anche dai sanitari del 118 e dai volontari delle varie associazioni. È in corso un'attività investigativa da parte del pool interforze antimmigrazione finalizzata ad accertare la posizione sospetta di un migrante, presunto scafista del gommone: si tratta di un ragazzo siriano che si sarebbe mimetizzato fra i cittadini stranieri e ora la task-force di militari sta cercando di accelerare le indagini, nel tentativo di identificarlo e trarlo in arresto.
Così come è accaduto, nei giorni scorsi, in occasione di altri sbarchi.
Nessuno tra i cittadini giunti nel Tacco verserebbe in condizioni di salute preoccupanti: sono stati trasferiti presso il centro “Don Tonino Bello” di Otranto”, in attesa delle operazioni di identificazione Soltanto nella mattinata di ieri, una ventina di siriani sono stati identificati a San Cataldo, dopo un estenuante viaggio partito dalle coste greche. Il crescendo numerico di sbarchi delinea all’orizzonte una vera e propria emergenza tutta salentina.
Ma le soluzioni sembrano miraggi: incremento delle forze dell'ordine e piani di intervento pragmatici. Non più soltanto protocolli-tampone, più "liquidi" del mare stesso. Non più tragedie. Nè flussi disordinati. Nè bambini disidratati o in stato di ipotermia. Nè "effetti collaterali" come l'aumento di fenomeni criminali. Non più speculazioni, ma neppure il dimenticatoio. E' da tempo che i salentini che attendono col braccio sollevato che qualcuno li degni di attenzione.
E’ plausibile immaginare che, nel corso delle prossime settimane, si assisterà a una recrudescenza del reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina da parte di individui, spesso autoctoni, e altrettanto spesso collusi con la criminalità organizzata. Brucia ancora il ricordo, troppo fresco e rovente al tempo stesso, della tragedi che si è avvenuta al largo delle coste sicule, dove un viaggio della speranza ha triturato e affondato assieme a un misero barcone, anche la dignità di centinaia di vite umane.