Cronaca

Renda: commissario di polizia scarcerato sotto cauzione

Il funzionario arrestato in relazione alla morte del bancario leccese ha versato una cospicua cauzione di 85mila pesos (circa 5mila 700 euro) per guadagnare la libertà. Emessi altri ordini di cattura

Novità scottanti da Playa del Carmen. Oggi alcuni giornali messicani, nelle loro edizioni della regione di Quintana Roo, riportano maggiori dettagli sulla vicenda che vede al centro il primo e, al momento, unico arresto comminato per il caso di Simone Renda, il 34enne bancario leccese che il 3 marzo scorso venne stroncato da un infarto in una cella della città messicana senza essere soccorso e restando in carcere 5 ore in più rispetto alla scadenza del mandato di arresto (che doveva risultare di 36 ore e che invece durò 41: quando le porte della cella si aprirono, Simone era ormai già morto) .

Il commissario della direzione di sicurezza pubblica municipale Pedro May Balam, arrestato in base ad un ordine del giudice penale di prima istanza di Playa del Carmen, è stato scarcerato poche ore dopo il suo arresto, avvenuto sabato scorso. Ma la notizia di questo particolare si è avuta soltanto nelle scorse ore. Il funzionario di polizia è riuscito, non si sa bene come (ed è questa una domanda che gli stessi giornali messicani si pongono), a versare una cospicua somma per riottenere la libertà: 85mila pesos in tutto, pari a poco più di 5mila 700 euro. La parte più sostanziosa, 75mila pesos, è stata versata per "riparazione dei danni". Gli altri 10mila pesos per il versamento della cauzione. La situazione giuridica del commissario sarà visionata il prossimo giovedì 26 aprile, alle 22,30 (ora messicana).

Il giudice penale di prima istanza Abraham Alberto Loeza Ortiz ha inoltre sottolineato che nel caso della tragica scomparsa di Simone Renda sono stati emessi altri due ordini di arresto, anche se la polizia giudiziale dello Stato ha compiuto al momento soltanto quello di Pedro May Balam, che era a Tulum di servizio quando è stato fermato in qualità di indiziato nel processo penale. Il giudice ha anche puntualizzato che al momento non si può parlare di una reale responsabilità, in quanto l'uomo è stato chiamato in causa in qualità comandante di guardia il giorno in cui avvennero i fatti. Da qui, dunque, proviene la possibilità del pagamento di una somma per uscire dal carcere e difendersi dalle accuse. Il giudice ha inoltre spiegato che, in quanto alle altre persone implicate, delle quali s'è riservato le generalità, sono già stati emessi i rispettivi ordini di apparizione ed ora si attende che vengano eseguiti dagli agenti della polizia giudiziale.