Cronaca

Processo Tap, ennesimo rinvio, stavolta per legittimo impedimento

Uno dei principali imputati sui presunti illeciti commessi nella realizzazione del gasdotto non poteva essere presente per ragioni di salute. Prossima udienza il 6 luglio

Una foto dei lavori

LECCE - Nuovo rinvio nel processo sui presunti illeciti commessi nella realizzazione del gasdotto Tap che vede tra gli imputati i vertici della società. Stamattina nell’aula bunker del carcere di “Borgo San Nicola” avrebbe dovuto tenersi la prima udienza dinanzi alla giudice Valeria Fedele della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce.

Stavolta la ragione del rinvio è dipesa dal legittimo impedimento di uno dei principali imputati, impossibilitato a partecipare per motivi di salute: Michele Mario Elia, di 73 anni, country manager di Tap.

L’avvocato Ladislao Massari per conto dei Comuni di Lizzanello e Corigliano d'Otranto aveva avanzato la richiesta, alla quale si erano associati tutti i colleghi delle altre parti civili, di procedere comunque, per non perdere altro tempo, giudicando separatamente Elia, ma la giudice ha respinto l’istanza per ragioni di economia processuale, ha sospeso la prescrizione, rinviando per tutti al prossimo 6 luglio.

Oltre a Elia, sott’accusa ci sono altre 17 persone e la società: Gabriele Paolo Lanza, di 56 anni e Marco Paoluzzi, di 46 anni, nelle vesti, rispettivamente, di project manager e di direttore dei lavori; Lucio Mello, 55 anni, di Veglie, titolare dell’omonima impresa a Carmiano impegnata nell’espianto e trasporto di ulivi; Massimiliano Greco, 47 anni, di Arnesano, legale rappresentante dell’impresa addetta alla installazione della recinzione; Antonio Vallone, 49 anni, di Galatina, legale rappresentante della società subappaltatrice, con sede a Melpignano, del montaggio della recinzione. E poi i manager della Saipem, ossia il principale appaltatore per i lavori di costruzione del micro tunnel e del tratto di condotta offshore Albania-Italia: Luigi Romano, 63anni, di Siracusa; Adriano Dreussi, 57 anni, di Pagnacco (in provincia di Udine); Piero Straccini, 62 anni, di Pescara; e Luca Gentili, 51 anni, di Milano.

Nell'elenco anche: Yuri Picco, 41 anni, di Villanova di San Daniele (in provincia di Udine) ed Aniello Fortunato, 41 anni, di Ascea (in provincia di Salerno), il primo nel ruolo di responsabile di commessa e il secondo di direttore tecnico di cantiere della Icop, la società incaricata di realizzare il pozzo di spinta; Giuseppe Mariano, 54 annui, di Copertino, direttore di cantiere della Sme strade; Giuseppe Cesario Calò, 67 anni, di San Cesario, datore di lavoro di Geoambiente srl con sede a Cavallino; Maurizio Luigi De Pacalis, 60 anni, di Galatina, rappresentante della società che ha fornito il calcestruzzo; Claudio Coroneo, 63 anni, di Galatina, amministratore dell’impresa addetta al montaggio della recinzione, e il socio Pantaleo Notaro, 59 anni, di Galatina; Alessandro Niccoli, 40 anni, di Brindisi, amministratore dell’impresa che ha eseguito i lavori. C’è poi la società Trans Adraiatic Pipeline Ag Italia (Tap) nelle persone di Luca Schieppati ed Elisabetta De Michelis, in qualità di direttori dotati di poteri di rappresentanza.

A disporre il giudizio nei loro riguardi, nel decreto di citazione diretta, era stata la pubblico ministero Valeria Farina Valaori, il magistrato titolare dell’inchiesta.

Il processo però stenta a decollare: l’ultimo rinvio risale al 17 settembre scorso, perché la giudice dinanzi alla quale si era incardinato, Silvia Saracino, aveva preso un'aspettativa, e prima ancora, ad aprile, si pose il problema della necessità di un’aula più capiente (la scelta è così ricaduta sull’aula bunker del penitenziario di Lecce) finalizzata a non correre rischi legati alla diffusione del Covid.


Si parla di