Cronaca

“Rivolevo indietro 20 euro e per questo le ho bruciato casa”

Un banale screzio con una donna all'origine del folle gesto di due notti addietro a Presicce Acquarica. Il 36enne posto ai domiciliari con braccialetto elettronico

Foto di repertorio.

LECCE – “Dammi i soldi indietro o ti brucio la casa”, le avrebbe detto lui. “E bruciala”, avrebbe risposto lei, probabilmente in tono di sfida. Detto, fatto. Irruzione di forza, sfondando la porta con un mattone di cemento, e poi le fiamme, che hanno provocato danni non da poco (più di quanto si fosse saputo in un primo momento, tanto che l’appartamento è inagibile).

Uno screzio per appena 20 euro – stando, almeno, a quanto dichiarato dall’indagato – è stato all’origine del grave episodio di un paio di notti addietro, quando, all’improvviso, sono divampate le fiamme in un appartamento di Presicce Acquarica, in via Repubblica. Fatto che ha portato a un intervento dei vigili del fuoco, a indagini lampo dei carabinieri della stazione locale e all’arresto in flagranza di Cristian Rocco Cappilli, 36enne del posto.

Un rapporto burrascoso

Nulla a che vedere, dunque, con il profilo più abituale di Cappilli, precedenti per stupefacenti e alle spalle anche un processo di particolare rilievo, una condanna ratificata in appello in seguito a una vasta operazione della Dda, a suo tempo ribattezzata “Game Over”. Tutto nato, piuttosto, da una lite con la donna che ha in uso l’immobile, sebbene formale residenza in un altro comune salentino. Solo l’ultima, in seno a una conoscenza, la loro, dettata da rapporti a dir poco burrascosi, come dichiarato dallo stesso Cappilli che, nell’udienza di convalida, accompagnato dal suo avvocato di fiducia, David Alemanno, ha preferito vuotare il sacco e dare una propria versione dei fatti, piuttosto che trincerarsi dietro al silenzio.  

In sintesi, secondo il 36enne la donna avrebbe preso in casa 20 euro, soldi che a lui sarebbero serviti per fare benzina e recarsi in ospedale per recuperare la madre, in via dimissioni dopo un ricovero. L’avrebbe quindi chiamata al cellullare più volte, almeno all’inizio senza ottenere risposta, salvo poi decidere di passare alla minaccia di bruciarle la casa, con tanto di replica che gli avrebbe fatto perdere le staffe.

"Così ho bruciato casa"

Non è tutto. Cappilli ha anche fornito dettagli sulle modalità con cui avrebbe appiccato il fuoco. Nell’abitazione danneggiata i carabinieri hanno recuperato, quella notte, una grossa tanica, ritenendo che potesse essere ricollegabile al rogo. In realtà, il 36enne ha spiegato come fosse vuota e usata di tanto in tanto per fare benzina. Piuttosto, ha spiegato di aver usato acqua ragia, dando alle fiamme alcuni capi di vestiario. Infine, ha anche escluso rischi di esplosioni, per via della presenza in cucina di una bombola di gas, che sarebbe vuota da mesi.

Questione della banconota da 20 euro a parte, che fra i due non corra buon sangue, Cappilli ha voluto sottolinearlo sostenendo anche di aver subito lesioni in un paio di circostanze, attribuendone la causa proprio alla donna, vale a dire un taglio alla mano e una frattura alle costole. La giudice per le indagini preliminari Giulia Proto, al termine dell’udienza, ha convalidato l’arresto e ha stabilito che Cappilli debba rimanere ai domiciliari con braccialetto elettronico. Troppo forti i dissapori per non temere in una reiterazione del reato.


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