Pazienti molestate durante visite ginecologiche: condannato un medico
Si è concluso ieri il processo con rito abbreviato nei riguardi di un professionista residente a Lecce: quattro anni e due mesi. Due gli episodi contestati dall’accusa avvenuti nel suo ambulatorio a Brindisi
LECCE - Avrebbe abusato di due pazienti e per questo il ginecologo O.S.L.P., 62enne originario di Gallipoli ma residente a Lecce, è stato condannato a quattro anni e due mesi di reclusione per violenza sessuale.
La sentenza è stata emessa ieri dal giudice del tribunale di Brindisi Vittorio Testi, all’esito del processo discusso col rito abbreviato, durante il quale la sostituta procuratrice Livia Orlando, aveva invocato sei anni e otto mesi.
Sono due gli episodi contestati al professionista: il primo, il 12 dicembre del 2019, nei riguardi di una donna, all’epoca dei fatti 34enne, che, a causa di forti algie alle ovaie e perdite ematiche provocate dal taglio cesareo praticato mesi prima dallo stesso professionista, si era recata nel suo ambulatorio a Brindisi. In particolare, durante il prelievo finalizzato al pap test, il medico avrebbe compiuto atti che poco avrebbero a che fare con quella tipologia di controllo, e nonostante il dolore e l’incredulità manifestati dalla malcapitata, avrebbe proseguito, affermando anche volgarità del tipo: “A letto sei sicuramente una donna molto attiva”.
Il secondo episodio sarebbe avvenuto il 25 febbraio del 2020: durante un’ecografia pelvica, propedeutica ad un’eventuale asportazione di un fibroma, avrebbe costretto un’altra paziente, di 47 anni, a subire atti sessuali.
Durante gli accertamenti della magistratura, il 19 giugno 2020, le due donne furono ascoltate in sede di incidente probatorio dalla giudice per le indagini preliminari Tea Verderosa e le loro dichiarazioni furono così cristallizzate come prova da utilizzare nel processo.
La sentenza ha riconosciuto a entrambe, parti civili con gli avvocati Raffaele Lomartire e Paoloantonio D’Amico, il risarcimento del danno da quantificarsi e liquidarsi in separata sede e ha imposto l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, l’interdizione in perpetuo da ogni ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all’amministrazione di sostegno, e alla sospensione dell’esercizio della professione medica per la durata di sei mesi.
L’imputato ha sempre negato gli addebiti e ha cercato in ogni modo di dimostrare la propria innocenza. Non appena saranno depositate le motivazioni (entro novanta giorni), la difesa, rappresentata dall’avvocata Elvia Belmonte, valuterà il ricorso in appello.