L'impero del clan Padovano passa allo Stato. Beni e conti bancari per tre milioni di euro
La confisca è arrivata nel corso della giornata su disposizione della Procura distrettuale antimafia e fa seguito al sequestro eseguito nel periodo di Natale del 2012. Società, cooperative, mezzi di locazione e rapporti bancari, appartenenti al clan Padovano e agli eredi, sono stati espropriati in via definitiva
LECCE – Ora sono ufficialmente dello Stato italiano. Nei confronti dei beni sequestrati al clan Padovano, ora è arrivata la confisca. Si parla di un patrimonio per un valore stimato di oltre tre milioni di euro. I finanzieri del Gico di Lecce, il Gruppo investigazioni sulla criminalità organizzata, assieme ai carabinieri del Ros, hanno provveduto con il sequestro definitivo dei beni, nell’ambito di due indagini denominate rispettivamente “Canasta”, ad opera della polizia tributaria, e “Galatea”, da parte dell’Arma.
Con la misura odierna, disposta dalla Porcura distrettuale antimafia, sotto il coordinamento del procuratore Cataldo Motta, e del sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone, passano alo Stato italiano i seguenti beni: sette fabbricati, quattro terreni, due società capitali, due cooperative, sei autocarri, tre motocicli, un’autovettura, nove rapporti bancari, una polizza vita e denaro contante per circa 265mila euro.
Il provvedimento è stato emesso dalla prima sezione penale del Tribunale di Lecce, convalidando il sequestro eseguito in via d’urgenza il 20 dicembre del 2012 dei beni mobili e immobili e dei complessi aziendali, nei confronti del capo clan della Scu gallipolina Pompeo Rosario Padovano, degli eredi del defunto boss Salvatore Padovano, alias "Nino Bomba", e dei sodali Giorgio Pianoforte e Cosimo Cavalera. A quest’ultimo, anche la misura della sorveglianza speciale, per tre anni, con obbligo di soggiorno.
Il provvedimento di confisca è scattato anche nei confronti di quest’ultimo, 49enne della Città Bella, detenuto e sodale dei fratelli Padovano dei quali era anche prestanome; e di Cosimo Cavalera, 38enne e sempre detenuto. Dopo il sequestro pochi giorni prima di Natale di due anni addietro, ne fu seguito un secondo nei primi giorni del 2013, relativo a una somma contante e a un deposito bancario.