Parcometro fuori uso e la caccia al ticket. Se la multa è questione di minuti contati
Contravvenzione nei pressi della Villa per una coppia di professionisti di Mesagne. Ma loro lamentano, documenti alla mano: "Grattino fatto alle 17,01 alla prima macchinetta disponibile, ma alle 17,05 c'era già una multa e il verbalizzante era pure assente per dimostrare che eravamo nel giusto"
LECCE – E’ un po’ l’incubo di ogni automobilista: trovare un parcometro in tilt, andare in giro per cercarne un altro, staccare il biglietto, ritornare al proprio veicolo, ma nel frattempo ritrovarsi la multa esposta sul parabrezza. E dell’ausiliario o dell’agente che l’ha appena emessa, nemmeno più l’ombra.
E’ successo a una donna di 50 anni di Mesagne, che con il marito viene spesso in visita nel capoluogo salentino, per shopping e per una passeggiata fra i monumenti barocchi. “Lecce è stupenda, certo, e l’amiamo molto, ma questa ci sembra una vicenda poco degna di una città che ambisca ad accogliere e abbracciare visitatori e turisti”.
E’ proprio il marito della donna, un professionista, a distanza di un paio di mesi, a raccontare la storia, con una punta di amarezza. Anche perché qualche giorno addietro dal comando di polizia locale di Lecce è giunto il “niet” alla loro sollecitazione ad annullare il verbale.
Era il pomeriggio di sabato 15 febbraio. La donna aveva posteggiato l’auto in via Garibaldi, nei pressi della Villa comunale. Il parcometro più vicino, però, a suo dire era fuori uso, e per questo ne aveva cercato un altro. Trovatolo a distanza di alcune centinaia di metri e staccato il ticket, con inizio alle 17,01 e fine alle 17,41, era tornata suoi passi per apporlo sul cruscotto dell'auto.
Brutta sorpresa, però, all’arrivo: nel frattempo era stato affisso fra tergicristalli e parabrezza un verbale stilato nientemeno che alle 17,05. Quattro minuti appena, per andare e tornare. E sembra che non sia stato possibile rivalersi sul momento proprio “a causa dell’assenza del verbalizzante”, come scriverà la donna nella sua istanza inoltrata al comando di viale Rossini.
Ma dalla polizia locale di Lecce, una nota a firma del comandante Donato Zacheo, datata 17 aprile, ha disatteso le aspettative: l’istanza non può essere accolta perché “trattasi di verbale notificato”. “Peraltro – prosegue la nota, nelle motivazioni - l’agente verbalizzante ha confermato la sussistenza della violazione”. Insomma, nel braccio di ferro, l’invito finale: rivolgersi direttamente al prefetto.
“Ma noi confidiamo nel sindaco Paolo Perrone, perché questa storia non ha alcun senso”, conclude la coppia di Mesagne. Può darsi che l'iter burocratico sia anche giusto, sicuramente “è giusto sanzionare chi sbaglia, ma in questo caso si fornisce quasi l’idea di un sistema vessatorio per fare cassa”.
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