Cronaca

L'operazione "Gambling" tocca anche Lecce: sequestrata agenzia Betuniq

Il provvedimento è stato eseguito su delega dai carabinieri della stazione di Lecce Principale. L’immobile sorge fra le vie Pietro Micheli e Gabriele D’Annunzio. Nei giorni scorsi quarantuno arresti e sigilli a un patrimonio di 2 miliardi di euro

I carabinieri, oggi, durante il sopralluogo e il sequestro.

LECCE – “Problemi tecnici”. Questa la motivazione accampata. Appare in un cartello affisso sulla vetrata. In realtà, dietro c’è ben altro. Sul brand intero s’è abbattuta la scure della Dda di Reggio Calabria. Il sito stesso per la raccolta di scommesse non è più raggiungibile e chi si collega oggi vi trova chiaramente le motivazioni dell’Aams.

Oggi, anche a Lecce, è stata posta sotto sequestro preventivo una delle agenzie di scommesse sportive facenti capo al marchio Betuniq, che dipende da una società con sede legale a Malta.

Il provvedimento è stato eseguito su delega dai carabinieri della stazione di Lecce Principale. L’immobile sorge fra le vie Pietro Micheli e Gabriele D’Annunzio. I militari si sono affacciati all’interno verso le 15 di oggi. Dopodiché, le porte sono state chiuse, le saracinesche abbassate ed è stato affisso un inequivocabile foglio, che avvisa: “Immobile sottoposto a sequestro preventivo”.

La misura segue la colossale inchiesta della Procura antimafia calabrese. All'alba del 21 luglio, carabinieri, guardia di finanza, squadra mobile e Dia di Reggio, con personale dello Scico e del Nucleo speciale frodi tecnologiche di Roma delle “fiamme gialle” hanno effettuato quarantuno arresti. “Gambling” il nome dell’operazione, che ha portato a sequestri per circa 2 miliardi di euro.

Alla base, una presunta associazione per delinquere di stampo mafioso transnazionale, costituita da affiliati alla ‘ndrangheta, che, secondo gli inquirenti, avvalendosi di società estere di diritto maltese, avrebbe esercitato l’attività del gioco scommesse in Italia in modo abusivo, riciclando i proventi. E fra il patrimonio aziendale finito sotto sequestro c’è la Uniq Group Limited, proprietaria del marchio Betuniq.

Sempre secondo gli investigatori, la raccolta dei giochi e delle scommesse si sarebbe concretizzata attraverso una rete di agenzie inquadrate come centri di trasmissione dati collegati a bookmaker esteri, autorizzati a operare in forza di licenze rilasciate dall’Autorità maltese, da un apparente “contratto di prestazioni di servizi”.

Nei fatti, la raccolta delle giocate, non sarebbe avvenuta attraverso una transazione on-line, ma acquisite in contanti o con assegni direttamente consegnati al gestore dei punti dislocati sul territorio. In sostanza, sarebbero avvenuti direttamente in Italia. Ai vertici dell’organizzazione, vi sarebbero stati personaggi in ascesa della nuova 'ndrangheta.


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