Cronaca

Sull'impalcatura a 70 anni. Cgil: "Il danno e la beffa per i lavoratori"

Aumentano le morti di lavoratori anziani in edilizia: nel 2016 quasi il 33 percento erano over 55 e oltre il 22 percento over 65. Fillea: "Inaccettabile"

LECCE – Ci sono lavori e lavori, e fasce d’età in cui è possibile svolgerli senza correre rischi per la salute. È questo il caso dei cantieri edili e dei lavori cosiddetti “usuranti” che richiedono un certo livello di fatica, insostenibile nella terza età. Il sindacato Fillea Cgil sta da anni sta combattendo una battaglia, anche all’interno delle aule di tribunale, affinché il lavoro edile venga riconosciuto come “gravoso” e soggetto ad interventi specifici.

Ma ci si ferma qui, alle dichiarazioni di principio. “Ancora una volta, infatti, dobbiamo constatare amaramente come alla politica degli annunci seguano atti e decreti che sanno più di beffa che di soluzione reale ai problemi del settore”, sostiene in proposito la segreteria del sindacato.

Fillea si riferisce alla tanto propagandata “Ape sociale” che permetterebbe di andare in pensione anticipata rispetto ai tempi attualmente previsti, ma che, per il settore edile, rappresenta, nei fatti, “una beffarda illusione”. Requisiti di accesso del tutto incoerenti rispetto alle caratteristiche del lavoro edile, intoppi burocratici, scadenze dei termini imminenti: sono tutti aspetti che costringeranno lavoratori ultrasessantenni a continuare a salire sulle impalcature e rimandare il tempo della pensione, con inevitabile aumento dei rischi in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro.

I dati che registrano gli infortuni mortali in edilizia sono quanto mai allarmanti. Il settore delle costruzioni, oltre ad essere quello con più alto rischio di infortuni mortali, registra il triste primato dei lavoratori anziani morti sul lavoro. Nel 2016 quasi il 33 percento erano over 55 e oltre il 22 percento over 65. Un trend purtroppo in aumento sia come infortuni sia come morti di lavoratori over 55. Dal 2011 al 2015 si passa dall’ 11,90 percento al 17,81 percento per gli infortuni e da 23,92 percento a quasi il 33 percento per le morti.

“Da troppo tempo rivendichiamo per questi lavoratori il diritto di andare in pensione prima – si legge in una nota stampa -. D’altro canto, solo poche ore fa, è stato autorevolmente ricordato dal Papa che è una società stolta e miope quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga un'intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti”.

Parole che si adattano bene anche alle caratteristiche del mercato del lavoro edile in provincia di Lecce, dove cui oltre il 35 percento dei lavoratori impiegati nel settore dell’edilizia stabilmente sono over 50, dei quali oltre il 20 percento supera i 60 anni, a fronte di un modesto 9 percento di lavoratori con meno di 29 anni di età.

Dati che segnalano un pericoloso invecchiamento della popolazione edile in provincia di Lecce, con una conseguente difficoltà a mantenere il settore in linea con le innovazioni e i cambiamenti in atto. “Ma che soprattutto confermano come il momento della pensione si sia progressivamente trasformato da un diritto meritato in un vero e proprio terno al lotto”, aggiungono i sindacalisti.

Come nelle migliori tradizioni dei giochi a premio, infatti, il lavoratore deve tentare di accedere alla prestazione entro il 15 luglio e deve anche sperare che non si esauriscano le poche risorse messe a disposizione. “Tutto questo non è più tollerabile in un paese civile come il nostro ed è per questo che su questa vertenza non abbasseremo la guardia fino a quando non avremo risposte adeguate”, concludono i referenti di Fillea. 


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