Cronaca

Fondali puliti a Porto Cesareo: le congratulazioni del direttore Meli

Il risultato dell'operazione: nella prima fase rimossi oltre 150 corpi morti e recuperati 25 relitti di imbarcazioni; nella seconda fase sequestrato un natante, rimossi 6 relitti e 220 corpi morti

In foto: la guardia costiera.

PORTO CESAREO – L'operazione “Fondali puliti” a Porto Cesareo è giunta brillantemente a conclusione. Le attività sono iniziate nel novembre 2019 e gli uomini della Capitaneria di porto hanno suddiviso i lavori in tre fasi per centrare l'obiettivo di ripristinare le condizioni di sicurezza e legalità nelle aree demaniali di Porto Cesareo.

Oggi, 19 giugno, il direttore marittimo della Puglia e della Basilicata Ionica, Giuseppe Meli, si è recato in visita a Porto Cesareo ed ha incontrato il comandante della Capitaneria di porto di Gallipoli, Enrico Macrì, che ha illustrato a lui, al vicesindaco di Porto Cesareo, Silvia Tarantino e al direttore dell’Amp, Paolo D’Ambrosio, i risultati raggiunti.

La prima fase operativa, cioè quella di perlustrazione, recupero e rimozione è durata circa 10 giorni tra novembre e dicembre 2019 ed è stata portata a termine grazie al supporto di due unità navali minori della Capitaneria di porto di Gallipoli.

Attraverso numerose immersioni subacquee compiute dai sommozzatori del 1° nucleo sub di San Benedetto del Tronto, appositamente intervenuto per l’operazione, da un sub di una ditta incaricata dall’amministrazione locale e anche dai volontari dell’associazione “Paolo Pinto”di Gallipoli, sono stati resi inerti e rimossi oltre 150 corpi morti e recuperati 25 relitti di imbarcazioni.

La seconda fase, cioè quella di vigilanza e della riorganizzazione, ha portato al sequestro di quattro imbarcazioni da diporto e all’emanazione di un provvedimento che ha reso esecutivo il Regolamento del porto naturale di Porto Cesareo.

Tale regolamento illustra le regole da osservare nelle aree demaniali marittime; l’individuazione a mare di specchi acquei per lo stazionamento all’ancora delle unità navali; l’individuazione di tre corridoi di transito all’interno dei quali le unità navali in ingresso e uscita dalle rade dovranno navigare e la destinazione degli spazi disponibili in banchina per le varie tipologie di unità navali.

La terza fase, cioè quella di recupero e rimozione di ciò che non è previsto dal regolamento, è stata parimenti eseguita dal nucleo sub di San Benedetto del Tronto ed ha portato al sequestro di un natante, alla rimozione di 6 relitti e di 220 corpi morti, di diversa dimensione, abusivamente posizionati negli specchi acquei della rada di Levante.

Grazie alla collaborazione del personale dell’area marina protetta di Porto Cesareo sono state posizionate anche una parte delle boe gialle che delimitano le zone di ancoraggio, e le boe arancioni che indicano il canale d’accesso alla rada di Levante.

Il contrammiraglio Meli si è congratulato per l'imponente operazione e ha chiesto ai rappresentanti del Comune e dell’Amp di porre attenzione nel gestire di un territorio costiero caratterizzato da un delicato habitat marino, adottando le migliori pratiche amministrative negli ormeggi delle unità da pesca e da diporto, per garantire il rispetto dell’ambiente.


Si parla di