Cronaca

Falsa sentenza di divorzio a un cliente? Nuovi guai per una 49enne leccese

La donna, già condannata a due anni per esercizio abusivo della professione, è finita nuovamente a processo dopo la denuncia

LECCE – Nuovi guai giudiziari per Paola Pittini, 49enne leccese al centro di una controversa vicenda giudiziaria e già condannata a due anni di reclusione per esercizio abusivo della professione forense. Il pubblico ministero Angela Rotondano ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio per un nuovo caso che vede come protagonista la 49enne.

Al centro dell’inchiesta una falsa sentenza di divorzio che l’imputata avrebbe consegnato a un suo cliente. Secondo quanto denunciato dalla presunta vittima, un brindisino di 42 anni, nell’aprile 2012 si sarebbe rivolto alla Pittini per istruire le pratiche della causa di divorzio dalla ex coniuge. La donna avrebbe chiesto un compenso di 1400 euro da corrispondere in due tranche: 1000 euro tramite bonifico bancario, da versare sul conto di un’avvocatessa con la quale la Pittini diceva di collaborare, e 400 euro in contanti.

Dopo aver pagato la parcella, il brindisino e la compagna (una 38enne della provincia di Napoli) avrebbero contattato più volte la pseudo professionista per capire a che punto fosse la pratica e se potessero procedere con i preparativi del matrimonio. L’imputata (che non ha mai conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato ma solo al patrocinio), avrebbe rassicurato i futuri sposi sul buon esito del divorzio, tanto da spingerli a fissare il nuovo matrimonio a dicembre 2014, con una lunga serie di spese sostenute.

Secondo l’ipotesi accusatoria, a due mesi dal matrimonio Pittini avrebbe dato appuntamento nel suo studio al cliente, consegnandogli una sentenza di divorzio emessa dal tribunale di Brindisi. In seguito sarebbe emerso che non solo la sentenza era falsa, ma che addirittura non era mai stata avviata alcuna pratica di divorzio. Il 42enne avrebbe immediatamente contattato il suo “avvocato”, che gli avrebbe chiesto di avere pazienza e di non denunciarla, promettendo che avrebbe sistemato ogni cosa.

La coppia si è rivolata all’associazione dei consumatori Adoc di Brindisi, e con gli avvocati Marco Masi e Marco Elia ha presentato nel dicembre 2014 una querela nei confronti della 49enne per il reato di truffa. La prima udienza del processo è stata fissata per il 7 luglio 2017, presso il tribunale di Lecce. Il brindisino e la sua compagna si costituiranno parte civile.


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