Cronaca

Esplosivo al plastico nel muro: colpo da 20mila euro

Professionisti del crimine in azione la notte scorsa presso la "Decathlon" del parco commerciale di Cavallino, lungo la Lecce-Maglie. I carabinieri sospettano si tratti di banditi del Nord barese

Hanno fatto quello che in gergo si definisce un "lavoro pulito". Veri professionisti del crimine, come li hanno definiti gli stessi carabinieri della compagnia di Lecce, diretti dal capitano Luigi Imperatore, che indagano su un colpo da circa 20mila euro messo a segno la notte scorsa presso il magazzino di abbigliamento e attrezzature sportive Decathlon che sorge tra altri depositi all'interno parco commerciale di Cavallino, lungo la statale 16 Lecce-Maglie. Il piano è stato preparato alla perfezione dal gruppo di malviventi, in grado di far letteralmente saltare in aria la cassa continua contenente l'incasso degli ultimi giorni utilizzando dell'esplosivo al plastico piazzato con modalità e quantitativo tali da non provocare nient'altro che l'apertura dello sportello blindato, ovvero senza scalfire la parete circostante e, in buona sostanza, senza provocare alcun tipo di danno strutturale al centro commerciale, tanto che già nel pomeriggio le porte erano regolarmente aperte alla clientela.

Il tipo di azione, la strategia adottata e la qualità dell'esplosivo sono elementi che fanno propendere i militari di Lecce verso una pista in particolare, quella che conduce sulle vie del Nord barese. E' presumibilmente da queste zone della Puglia che potrebbe provenire la banda, formato da un numero imprecisato di elementi, giunti nel parco commerciale che sorge nell'hinterland del capoluogo salentino a bordo di un mezzo, anch'esso al momento sconosciuto. Certo è che i banditi devono aver studiato tutta l'azione, compresa la modalità di fuga, fin nei minimi dettagli. Dovevano certamente sapere che non c'erano nei dintorni telecamere a circuito chiuso in grado di ritrarre le loro sagome e si sono mossi in tempi molto ristretti. Tanto che all'arrivo della guardia giurata di un istituto di sorveglianza privata, il primo ad avvertire il boato, avevano già fatto perdere le loro tracce, lasciando come ricordo del loro passaggio solo quella sorta di finestra nera nella parete bianca, alla destra dell'ingresso principale, ormai priva di tutto il suo contenuto.


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