Cronaca

Effetti collaterali della Xylella: a rischio il reddito minimo di 8mila braccianti

La denuncia nel corso di una conferenza stampa unitaria del fronte sindacale. Critiche al governo per aver escluso i lavoratori dal sostegno economico stabilito per le aziende del settore olivicolo con il decreto legge in corso di conversione

LECCE – Una riduzione pari a due terzi delle giornate lavorative che interesserà poco meno di un quarto dei 22mila braccianti agricoli attivi in provincia di Lecce. E’ nera la previsione dei sindacati rispetto alle conseguenze sulla pelle dei lavoratori della crisi determinata dal complesso del disseccamento rapido dell’ulivo.

In una conferenza stampa i segretari territoriali Salvatore Greco della Fai Cisl, Antonio Gagliardi della Flai Cgil e Mauro Fioretti della Uil hanno sottolineato le gravi ripercussioni attese anche per l’esclusione dal sostegno economico stabilito invece per le aziende dal decreto attualmente in fase di conversione. Le indicazioni per gli emendamenti correttivi sono stati respinti e ora possono essere reintrodotti solo dal relatore del disegno di legge o dallo stesso governo .

In particolare, le misure riguardavano, per gli operai a tempo determinato, il riconoscimento delle giornate dell’anno precedente, o del 2013 se più favorevole; il superamento del vincolo delle cinque giornate lavorate nell’anno, quale requisito per accedere ai benefici previdenziali; la  pluriannualità dell’intervento, considerando che ripercussioni negative si avranno anche negli anni successivi al 2015. Per gli operai a tempo indeterminato, invece, le organizzazioni sindacali chiedono un intervento della Cassa integrazione guadagni in agricoltura per le aziende colpite dalla Xylella fastidiosa che in tal caso deve assumere carattere di straordinarietà.

All’incontro odierno, presso la sede di Cigl in via Merine, hanno preso parte anche i segretari regionali Paolo Frascella, Fai Cisl Puglia e Basilicata, Giuseppe Deleonardis, Flai Cgil Puglia e Pietro Buongiono, Uila Uil Puglia e quelli nazionali Stefano Faiotto, Fai Cisl, Enrica Mammucari, Uila Uil e Davide Fiatti del Dipartimento agricoltura e Pesca della Flai Cgil.

“In una visione più ampia e di prospettiva – hanno concluso le organizzazione sindacali -  riteniamo indispensabile l’introduzione di elementi di premialità attraverso il finanziamento regionale o nazionale (piano di sviluppo rurale o piano olivicolo nazionale) a condizione che l’intervento stesso preveda un utilizzo di manodopera riconosciuta colpita dalla perdita di lavoro. Al fine di omogeneizzare e indirizzare proposte e interventi, si rende necessario l’apertura di un tavolo interministeriale tra i ministeri delle Politiche Agricole e Forestali ed il ministero del Lavoro”.


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