Cronaca

Droga e tentati omicidi, l’ascesa di Bevilacqua e il legame con “mozzarella”

Secondo gli inquirenti, il 36enne sarebbe stato a capo del gruppo attivo a Martano e avrebbe aiutato anche l’uomo condannato per aver cercato di uccidere Antonio Amin Afendi

L'agguato del 25 ottobre del 2019 a Casarano

MARTANO - Non avrebbe esitato a mettere in riga con l’uso della violenza chi non rispettava le regole o minava il suo potere e avrebbe prestato il fianco anche a un assassino. E’ questo il profilo di Giuseppe Bevilacqua tratteggiato dall’inchiesta che oggi è sfociata in 15 arresti.  

Nel suo curriculum, finora nessuna condanna, piuttosto una recente assoluzione nel processo abbreviato in cui era imputato per una rapina (quella del 1° febbraio 2018, nella tabaccheria/ricevitoria presso l'area di servizio del distributore di carburanti "Total Erg", a Martano) con il compaesano Christian Stomeo, nel frattempo deceduto a seguito di un incidente stradale.

Adesso è ritenuto al vertice dell’associazione a delinquere dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti e dotata di armi, smantellata questa mattina dai carabinieri, che è venuta allo scoperto proprio a seguito di un tentato omicidio di cui sarebbe stato l’artefice e di cui abbiamo dato notizia in un precedente articolo.

Dall’agosto del 2019, il 37enne di Martano avrebbe impartito agli altri componenti del gruppo le direttive, gestito i contatti finalizzati all’approvvigionamento sia di notevoli quantità di droga (cocaina, hashish, eroina e marijuana) che di armi; avrebbe programmato e ordinato azioni ritorsive nei confronti degli stessi adepti quando trasgredivano i diktat o di “clienti” inadempienti, e preteso da gestori di attività commerciali soldi necessari a mantenere gli amici detenuti.

Le vittime sarebbero state punite con aggressioni fisiche, oltre che verbali: una di queste riportò la frattura delle costole, solo per il fatto di aver sollecitato Bevilacqua al pagamento delle quote arretrate d’affitto del locale di cui è proprietario; un’altra, un ragazzo di neppure 18 anni, sarebbe stata picchiata perché accusata di aver venduto marijuana senza autorizzazione.

Secondo le indagini, le aree di interesse dell’associazione erano Martano e i comuni vicini, ma risulta un legame del presunto boss anche con la criminalità di Casarano.

Nello specifico, Bevilacqua avrebbe aiutato il 26enne casaranese Giuseppe Moscara, detto mozzarella, a disfarsi dell’autovettura (un’Audi A4 rubata) che questi avrebbe utilizzato, il 25 ottobre del 2019, per raggiungere Antonio Amin Afendi, all’epoca 28enne, sparargli contro e fuggire. Per gli inquirenti, procurò la tanica di benzina di 10 litri per dare fuoco (insieme con il 26enne) al mezzo.

Il suo ruolo nella vicenda emerse quindi già nel procedimento sul tentato omicidio terminato, nel dicembre del 2021, con la condanna in appello di Moscara (la pena fu di 19 anni e 4 mesi anche per il tentato omicidio di Luigi Spennato, del 28 novembre del 2016) e, in quello odierno, si è concretizzato in due capi d’accusa: favoreggiamento e danneggiamento a seguito di incendio.

Di tutto questo dovrà rispondere Bevilacqua nell’interrogatorio di garanzia che si terrà nelle prossime ore dinanzi al giudice Marcello Rizzo e in cui sarà assistito dall’avvocato Stefano Pati.


Si parla di