Cronaca

Diritto allo studio: studenti in piazza contro riforma

Manifestazione studentesca contro la riforma dell'università a Lecce. E la memoria va ai ragazzi cecoslovacchi e greci massacrati anni fa, in questo giorno, mentre combattevano per i propri diritti

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LECCE - "Libera conoscenza per una libera coscienza". Questo lo slogan di apertura del corteo di studenti che stamattina è partito da Porta Napoli in occasione della Giornata di mobilitazione internazionale per il diritto allo studio, un primo maggio dei soggetti in formazione. Una manifestazione per i diritti degli studenti, che in Italia coincide, quest'anno, anche con la protesta contro il disegno di legge di riforma Aprea, già approvato in Cdm ed ora all'esame delle commissioni parlamentari.

A Lecce erano circa in trecento, organizzati con striscioni e megafoni e guidati dai rappresentanti delle associazioni studentesche. Gruppi di studenti da tutte le scuole superiori della città e una massiccia rappresentanza di studenti universitari, tutti scortati dalle forze dell'ordine, intervenute solo per lo scoppio di un paio di fumogeni alla partenza del corteo. La presenza di un gruppo di giovani militanti nel Partito Comunista ha provocato qualche discordia, conclusasi con la scelta di una parte dei manifestanti di staccarsi e raggiungere la meta separatamente. "La manifestazione di oggi - hanno infatti protestato alcuni studenti - non deve essere abbinata ad alcuna militanza politica". Salvo questo piccolo imprevisto, quindi, il corteo non ha creato gravi disordini, attraversando la città per ritrovarsi in assemblea in Piazza Sant'Oronzo con tutti gli studenti di Lecce e provincia, mentre un gruppo di ragazzi occupava simbolicamente una delle aule dell'Ateneo Salentino, per farne un punto logistico della protesta.

Quattro i punti critici del progetto del ministro Mariastella Gelmini, ai quali gli studenti si oppongono drasticamente: privatizzazione degli Atenei, con l'obbligo della presenza nel Cda per almeno il 40 per cento di persone esterne alle Università; aumento della selezione di classe, con l'introduzione del criterio meritocratico per le borse di studio, valutato ignorando le differenti situazioni economiche e sociali tra gli studenti; incremento del precariato, con il taglio dei contratti a tempo determinato dopo sei anni; abilitazione alla docenza in mano a commissioni locali e alle singole facoltà degli atenei.

"Si lotta per un reale diritto allo studio - ha spiegato il rappresentante dell'Unione degli Studenti di Lecce -, per un'università pubblica di massa e di qualità, che non abbia niente di inferiore agli atenei privati. No alla scuola di classe, cultura alle masse". Ma, nella lotta per il futuro, non manca la memoria storica di due tragici eventi avvenuti anni fa proprio nel giorno 17 novembre, ricordati oggi in tutto il Mondo. L'eccidio nazista degli studenti cecoslovacchi che si opponevano alla guerra, avvenuto il 17 novembre del 1939, e il massacro degli studenti greci ad opera dei carri armati del regime, perpetuato ad Atene nello stesso giorno del 1973.