Cronaca

Negozi sempre aperti, via alla liberalizzazione e Lecce si prepara

Teoricamente anche nel capoluogo salentino, come nel resto d'Italia, negozi, bar, ristoranti, locali, supermercati, dal 1° gennaio 2012 potrebbero restare aperti al pubblico senza limiti di orario. Ma non tutto è ancora chiaro

 

LECCE – Teoricamente anche a Lecce, come nel resto d’Italia, negozi, bar, ristoranti, locali, supermercati, dal 1° gennaio 2012 potrebbero restare aperti al pubblico senza limiti di orario. E’ l’effetto della manovra economica Monti sulla liberalizzazione degli orari, che permette alle attività commerciali di non abbassare mai la saracinesca. Sempre che i commercianti lo desiderino. Con l’applicazione delle disposizioni in materia di liberalizzazione degli esercizi commerciali, nelle ordinanze dei sindaco di tutti i comuni italiani andranno definitivamente in soffitta espressioni come “in via sperimentale”, oppure “aperture domenicali e festive, chiusura infrasettimanale” e senza più alcun riferimento agli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte. E tutta la disciplina sugli orari è applicabile anche ai esercizi pubblici con attività di intrattenimento e spettacolo, dalle discoteche, alle balere. Pertanto, anche per questi locali non possono più sussistere vincoli d’orario.
 
Ma come si sta preparando Lecce a questa rivoluzione? “Ora attendiamo l’incontro tra Stato-Regioni, che si terrà a Roma il prossimo 10 gennaio, per capire meglio i termini della legge – dice l’assessore alle attività produttive Luigi Coclite – anche perché la liberalizzazione delle attività commerciali, nel caso specifico di Lecce, potrebbe includere essere circoscritta ai negozi di quartiere, ma è tutto ancora da definire in attesa dell’incontro nella Capitale”.
 
E proprio perché non sussistono più restrizioni negli orari di chiusura per pub, bar e locali in genere, cosa penseranno per esempio i resistenti del centro storico quando in estate Lecce è invasa dai turisti e tirare fino all’alba diventa lo sport più gettonato? Ma la nuova legge non lascia tutti contenti. Anzi. I sindacati, compatti, parlano di concorrenza sleale tra le piccole botteghe e le grandi catene alimentari. “Negozi ed ipermercati – dicono - potranno aprire 24 ore al giorno, la domenica e in tutte le festività laiche e religiose e inoltre, potrebbero aprire nuove strutture commerciali, senza più vincoli, e in numero superiore alle reali esigenze dei consumatori". E sul tema occupazione, non risparmiano cerco critiche: "Questa liberalizzazione danneggerà l’occupazione - aggiungono - perché chiuderanno migliaia di imprese piccole e grandi, che non potranno reggere la concorrenza, e le nuove assunzioni non compenseranno che in minima parte i posti di lavoro persi. Crescerà la precarietà, già oggi a livelli intollerabili. I consumi non aumenteranno, con l’estensione degli orari, ma si sposteranno dal commercio 'debole' a quello 'forte’.  Penalizzati saranno i lavoratori, o meglio le lavoratrici, la parte più debole del mercato del lavoro, che passeranno le festività e le domeniche dentro un supermercato per garantire ai consumatori un servizio più adeguato, soprattutto ai lavoratori in Cassa Integrazione da mesi con 800 Euro lordi e al pensionato a cui non viene rivalutata la propria pensione per i prossimi anni".

Ed anche Otranto si adegua alla normativa nazionale, in vigore da quest’oggi, disponendo nell’ordinanza il recepimento delle indicazioni governative, che disciplinano il settore ed in attesa di poter meglio formulare più avanti un proprio più specifico indirizzo. Il testo, emesso da Palazzo Melorio, è consultabile sul sito istituzionale del Comune. 

 


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