Svolta nelle indagini sull’omicidio di Copertino. Il ricercato si costituisce, ritrovata l'arma
Luigi Margari, il 34enne ricercato per l'omicidio di Fabio Frisenda, si è presentato dai carabinieri intorno alle 22. Le dichiarazioni rese agli inquirenti hanno permesso di rintracciare anche la pistola, nascosta in un muretto a secco alla periferia del capoluogo salentino
COPERTINO – Tre. Tre videocamere determinanti per un’indagine lampo, che ha svelato il nome del killer.Che potrebbe non aver agito da solo. Sono satati quegli occhi elettronici ad aver immortalato la sequenza delle scene prima dell’omicidio di Fabio Frisenda, il 33enne copertinese freddato a colpi d’arma da fuoco, venerdì scorso. Fotogrammi e dichiarazioni rese dai testimoni, hanno fornito una cornice investigativa a stretto giro di posta.
Il suo nome circolava già da diverse ore. Ora ha anche un volto. Luigi Margari, il 34enne ritenuto il responsabile dell’omicidio, si è presentato assieme al proprio avvocato, intorno alle 22, presso la tenenza dei carabinieri di Copertino, guidata dal luogotenente Salvatore Giannuzzi.
Iscritto nel registro degli indagati, il suo nome è comparso nel conferimento dell’esame autoptico sul cadavere della vittima, al medico legale Ermenegildo Colosimo. Dopo 48 ore di irreperibilità, nelle quali a suo dire sarebbe stato ospitato da alcuni parenti della compagna, ha decido di consegnarsi alle forze dell’ordine.
I militari della compagnia di Gallipoli, guidati dal capitano Michele Maselli, lo hanno accompagnato presso il comando provinciale dell’Arma, a Lecce, dove è stato ascoltato assieme ai colleghi del Reparto operativo, diretti dal colonnello Saverio Lombardi, in collaborazione con i carabinieri del Nucleo investigativo, al comando del capitano Biagio Marro. Le dichiarazioni rese dall’uomo agli inquirenti hanno permesso di rintracciare la pistola utilizzata nell’agguato di venerdì scorso. Si tratta di un’arma di fabbricazione croata, calibro 9x19 parabellum, trovata nell’intercapedine di un muretto a secco, alla periferia del capoluogo salentino. La pistola era stata mimetizzata tra le pietre, nei pressi dell’abitazione della madre della convivente. In zona via dei Ferrari.
Quel risentimento sarebbe stato covato per due anni: nei giorni di degenza in ospedale, a seguito del ferimento per mano di Vangeli, Frisenda avrebbe mosso delle avance nei confronti della convivente di Margari, approfittando dei giorni di assenza dell’amico. E’ una versione sulla quale gli investigatori, coordinati dai pubblici ministeri Guglielmo Cataldi e Stefania Mininni, il primo dei quali componente della Direzione distrettuale antimafia, vogliono vederci chiaro.