Cronaca

"Breaking bad" alla salentina: mezza tonnellata di marijuana coltivata e stoccata

Marcello My, neretino, condannato in concorso con Giuseppe Durante per l'omicidio di Renata Fonte, viveva da anni in Toscana, dove è stato arrestato il 14 maggio. In un capannone la coltivazione, in un altro il deposito. E' stato fermato durante un trasporto

Foto da Firenzetoday.

EMPOLI – In Toscana ci era arrivato da detenuto per omicidio e in quella condizione si è ritrovato, dopo essere tornato uomo libero, a distanza di anni, ma per tutt’altro reato: detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Marcello My, oggi 59enne, è considerato uno degli autori materiali dell’assassinio di Renata Fonte, avvenuto a Nardò nel 1984.

I carabinieri della compagnia di Empoli, il 14 maggio, lo hanno tratto in arresto dopo averlo seguito mentre trasportava piante di marijuana – tante da stipare tutto il furgone - da un capannone da Fucecchio (in provincia di Firenze) adibito a laboratorio in uno di Lerciano (in provincia di Pistoia) che fungeva da deposito. Già il quantitativo trovato nel mezzo commerciale è parso subito significativo – oltre che insolita la spregiudicatezza nell’effettuare un simile trasporto.

Ma proprio nelle due strutture, di proprietà di un 62enne di Fucecchio, Carmelo Puzzella, custodite da una 24enne cinese, Qing Hong, che i militari hanno rinvenuto mezza tonnellata di cannabis indica, che sul mercato avrebbe prodotto almeno 2 milioni di euro, secondo una stima molto prudente. Nel laboratorio fiorentino, allestito di tutto punto, nulla era stato lasciato al caso e dall’esterno era impossibile capire cosa in realtà si facesse all’interno. 

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